Export italiano in ripresa: +3,6% nei primi 9 mesi secondo Cgia

Export italiano in ripresa: +3,6% nei primi 9 mesi secondo Cgia

Export italiano in ripresa: +3,6% nei primi 9 mesi secondo Cgia

Giada Liguori

Dicembre 13, 2025

Milano, 13 dicembre 2025 – Nei primi nove mesi del 2025, le esportazioni italiane hanno messo a segno un balzo importante: +16,6 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, pari a un +3,6%. A diffondere il dato è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che evidenzia come questa crescita arrivi dopo un 2024 in calo, quando le esportazioni avevano perso 3,3 miliardi di euro (-0,5%) rispetto al 2023. Un’inversione di rotta che, dicono gli esperti, avviene in un quadro internazionale ancora segnato da tensioni geopolitiche e mercati incerti.

Export italiano: la ripresa prende corpo

La Cgia di Mestre sottolinea che, “anche se è presto per tirare le somme definitive”, l’introduzione dei dazi voluti dall’amministrazione Trump non ha inciso in modo significativo sulle vendite italiane all’estero, né verso gli Stati Uniti né verso altri Paesi. Anzi, nonostante le difficoltà del commercio mondiale e le tensioni ancora vive, nel terzo trimestre del 2025 l’Italia si è piazzata al quarto posto tra i Paesi del G20 per valore delle esportazioni di merci.

I dati dell’Ocse confermano questa tendenza: tra luglio e settembre l’Italia ha esportato quasi 190 miliardi di dollari, superando il Giappone fermo a 184 miliardi. Davanti a noi solo Cina (944,6 miliardi), Stati Uniti (547,8 miliardi) e Germania (453,8 miliardi). Un risultato che, secondo la Cgia, “dimostra la capacità delle imprese italiane di adattarsi ai cambiamenti e di restare protagoniste sui mercati globali”.

Focus sugli Stati Uniti: cosa succede all’export italiano

Molto interessante è l’andamento delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Dopo un calo nel 2024 (-2,2 miliardi di euro, -3,3%), nei primi nove mesi del 2025 l’export verso il mercato americano è cresciuto di 4,3 miliardi, arrivando a quota 52,4 miliardi (+9%). La Cgia spiega che questo aumento potrebbe essere legato a un “anticipo” negli acquisti da parte dei consumatori statunitensi, che hanno cercato di evitare l’aumento delle tariffe doganali introdotto la scorsa estate.

“È probabile che molti importatori americani abbiano accelerato gli ordini per non pagare di più con i nuovi dazi”, dice un analista dell’associazione. I dati mensili confermano questa ipotesi: ad agosto si è visto un calo del 21,6% rispetto ad agosto 2024, ma a settembre la crescita su base annua è tornata robusta, con un +34,7%. Un andamento a singhiozzo che riflette le incertezze sulle politiche commerciali e i cambiamenti nella domanda interna degli Stati Uniti.

Imprese italiane tra cautela e speranza

Tra gli imprenditori italiani si respira un cauto ottimismo. “Abbiamo attraversato mesi difficili, ma la domanda estera per i nostri prodotti resta forte”, racconta Marco Bianchi, titolare di una media azienda nel settore meccanico a Brescia. “La vera sfida sarà capire come andranno i rapporti commerciali con gli Stati Uniti nei prossimi mesi”, aggiunge. Anche la Cgia di Mestre avverte che la situazione rimane incerta: “Le tensioni geopolitiche e nuove possibili misure protezionistiche potrebbero condizionare l’export nel 2026”.

Gli osservatori invitano a non abbassare la guardia. “Non si possono escludere nuove oscillazioni nei trimestri a venire”, ammette un funzionario del Ministero degli Esteri. Tuttavia, il fatto che l’Italia si confermi tra i principali esportatori mondiali è considerato un segnale positivo per l’intero sistema produttivo.

Italia quarta nel G20: un traguardo da non sottovalutare

Sorpassare il Giappone nella classifica G20 delle esportazioni è un risultato di peso. Secondo l’Ocse, tra luglio e settembre 2025 l’Italia ha venduto all’estero merci per quasi 190 miliardi di dollari, dietro solo a Cina, Stati Uniti e Germania. Un segno chiaro della capacità delle nostre imprese di presidiare mercati complessi e variegati.

Resta però da vedere se questa tendenza potrà durare. Le incognite non mancano: dalle tensioni internazionali alle mosse commerciali delle grandi potenze. Per ora, però, i numeri raccontano una ripresa concreta dell’export italiano, con segnali incoraggianti soprattutto dai mercati più esposti alle nuove barriere doganali.