La drammatica salvezza di una donna rapita: il messaggio silenzioso che ha cambiato tutto

La drammatica salvezza di una donna rapita: il messaggio silenzioso che ha cambiato tutto

La drammatica salvezza di una donna rapita: il messaggio silenzioso che ha cambiato tutto

Matteo Rigamonti

Dicembre 13, 2025

Pavia, 13 dicembre 2025 – Dopo più di 24 ore di prigionia in una casa di Remondò, frazione di Gambolò, una donna di 38 anni è stata finalmente liberata grazie a un messaggio con la sua posizione GPS inviato su WhatsApp a un amico. I fatti, avvenuti tra il 9 e il 10 dicembre, si sono chiusi con l’arresto di un uomo di 32 anni, marocchino, accusato di sequestro di persona e denunciato per maltrattamenti. La donna, trovata in stato di shock e con evidenti lividi, è stata soccorsa e portata all’ospedale di Vigevano.

Un segnale silenzioso che ha salvato una vita

Gli investigatori della Questura di Pavia raccontano che l’uomo aveva tolto il telefono alla vittima. Ma in un momento di distrazione, la donna è riuscita a mandare la sua posizione GPS via WhatsApp a un conoscente. Nessuna parola, solo il punto sulla mappa. Per chi ha ricevuto quel messaggio è stato subito chiaro che qualcosa non andava. “Non mi aveva mai mandato solo la posizione, senza spiegare niente”, ha detto l’amico agli agenti. Da lì è scattata la chiamata al 112 e l’intervento della polizia.

La polizia irrompe e libera la donna

Gli agenti sono arrivati in via Cascina Remondò alle 11 del 10 dicembre. Il 32enne ha provato a bloccare l’entrata, ma la polizia ha fatto irruzione. Dentro, la scena era drammatica: la donna aveva lividi e ecchimosi su volto e braccia, sembrava confusa e faticava a parlare. “Era terrorizzata”, ha raccontato uno degli agenti. L’uomo è stato subito fermato e portato in Questura per l’identificazione.

I vicini raccontano urla e tensione

Durante le indagini, la polizia ha sentito anche alcuni vicini. “Abbiamo sentito urla e rumori forti per tutto il pomeriggio”, hanno detto due residenti dello stesso edificio. Le grida sarebbero iniziate già la mattina del 9 dicembre e sono andate avanti fino a sera. Ma nessuno aveva immaginato che fosse qualcosa di così grave. “Pensavamo fosse una lite come tante altre”, ha ammesso una donna che abita al piano di sopra.

Il racconto della donna e le ferite

Portata al pronto soccorso di Vigevano, la vittima ha ricevuto una prognosi di 20 giorni per le ferite riportate. Ha raccontato agli investigatori di aver subito percosse e minacce per tutta la giornata del 9 dicembre. L’uomo, che secondo lei l’aveva già aggredita in passato, le aveva vietato di uscire di casa e le aveva tolto il cellulare. Solo grazie a un momento di distrazione è riuscita a mandare la sua posizione.

Arrestato l’uomo: accuse pesanti

Il 32enne è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona e denunciato per maltrattamenti. Dopo le formalità in Questura, è stato portato al carcere di Torre del Gallo a Pavia. Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se ci sono stati altri episodi di violenza tra i due. “Stiamo ricostruendo la loro storia”, ha detto una fonte della polizia. Non si esclude che possano venire alla luce altri fatti non denunciati.

Paura e sollievo: la donna si riprende

Nei giorni dopo la liberazione, la donna è rimasta sotto osservazione in ospedale. I medici hanno confermato i traumi causati dalle percosse subite. “Non riuscivo a credere che fosse finita”, avrebbe detto ai sanitari. La sua testimonianza sarà fondamentale per chiarire cosa è successo e per sostenere le accuse contro l’uomo.

Un caso che richiama l’attenzione sulla violenza in famiglia

Quanto successo a Remondò riporta al centro il tema della violenza domestica e l’importanza di cogliere anche i segnali più discreti. In questo caso, una semplice posizione GPS – senza parole – ha salvato una vita. Le indagini proseguono e la polizia sta raccogliendo altri elementi per ricostruire con precisione le ore di prigionia della donna.