La manovra svela un’Italia sbilanciata: domani la protesta di Pagliaro (Inca Cgil) in piazza

La manovra svela un'Italia sbilanciata: domani la protesta di Pagliaro (Inca Cgil) in piazza

La manovra svela un'Italia sbilanciata: domani la protesta di Pagliaro (Inca Cgil) in piazza

Matteo Rigamonti

Dicembre 13, 2025

Roma, 13 dicembre 2025 – Domani il patronato Inca della Cgil scenderà in piazza per lo sciopero generale contro la legge di Bilancio del governo Meloni. Una manovra che, secondo il presidente Michele Pagliaro, “mette ancora più in difficoltà milioni di lavoratrici e lavoratori”. La protesta punta il dito soprattutto contro le nuove norme su pensioni, welfare e servizi pubblici, giudicate dal sindacato troppo deboli e penalizzanti.

Pensioni: l’età di uscita sale ancora, le proteste non si fermano

Pagliaro lancia l’allarme sul sistema previdenziale: la nuova legge aumenta di nuovo l’età pensionabile, coinvolgendo quasi tutti. “Non si lascia più spazio a nessuna flessibilità”, ha detto in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia. Nei centri Inca, ogni giorno arrivano storie di chi fatica ad arrivare alla pensione. “Il rischio non è solo perdere il diritto a un pensionamento dignitoso, ma anche peggiorare condizioni sociali già fragili”.

Il sindacato sottolinea che il governo ignora le difficoltà crescenti nel mondo del lavoro. “La precarietà aumenta, i giovani spesso devono andare all’estero per trovare un lavoro”, spiega Pagliaro. Chi resta deve fare i conti con contratti instabili e lavoro a singhiozzo. Eppure, la risposta del governo è stata solo quella di alzare l’età per andare in pensione, senza migliorare le tutele su sicurezza e stabilità.

Welfare e servizi pubblici: tagli che pesano sulle famiglie

Un altro nodo riguarda il sottofinanziamento dei servizi essenziali. Pagliaro denuncia “una grave carenza di investimenti strategici”, soprattutto per il Servizio sanitario nazionale. Il finanziamento, dicono le previsioni, scenderà sotto il 6% del Pil nel 2028, il livello più basso da decenni. Lo stesso vale per scuola, assistenza agli anziani, diritto alla casa e trasporto pubblico.

“Non investire significa aumentare le disuguaglianze e spingere verso una privatizzazione di fatto dei diritti”, osserva il presidente Inca. Le famiglie si ritrovano a pagare sempre di più per servizi che dovrebbero essere garantiti a tutti. “Sminuire l’universalità dell’accesso mette a rischio la coesione sociale”, aggiunge.

Mercato del lavoro e industria: problemi che restano aperti

Nonostante i dati sull’occupazione mostrino un aumento tra gli over 50, la manovra non affronta i veri problemi del lavoro. “Non ci sono politiche industriali serie dopo anni di deindustrializzazione”, spiega Pagliaro. Restano irrisolti problemi come la precarietà, il lavoro povero e sommerso, e le sfide della transizione ambientale e digitale.

Il Mezzogiorno continua a soffrire per la mancanza di una strategia concreta. “La lista delle cose che mancano è lunga”, rimarca il presidente del patronato. E, secondo l’Inca, la manovra è solo “la punta dell’iceberg”: sotto c’è solo un vuoto.

Tasse e fisco: la pressione pesa soprattutto su lavoratori e pensionati

Sul fronte fiscale, Pagliaro denuncia un carico sempre più pesante sui redditi da lavoro e da pensione. “Negli ultimi tre anni lavoratori e pensionati hanno versato 25 miliardi in più a causa della mancata indicizzazione dell’Irpef”, spiega. Un salasso silenzioso che colpisce solo i redditi fissi, mentre flat tax, rendite finanziarie e grandi patrimoni restano quasi intoccati.

Nel 2025 la pressione fiscale reale toccherà il 42,8%, con l’87% dell’Irpef pagata da lavoratori e pensionati. “Lo Stato sembra un ‘socio di maggioranza’ che prende molto e restituisce poco in servizi”, denuncia Pagliaro. Meno scuola, meno sanità, meno trasporti: questo il quadro che emerge.

Le richieste del sindacato: più flessibilità e giustizia sociale

L’Inca chiede un cambio di passo su tre fronti: bloccare l’aumento automatico dell’età pensionabile, garantire più flessibilità per uscire dal lavoro e introdurre una pensione contributiva di garanzia per chi ha contratti precari o discontinui. Sul fisco, la richiesta è di tornare a un sistema davvero progressivo, capace di redistribuire la ricchezza e finanziare servizi pubblici adeguati.

“L’Italia deve rispettare la Costituzione, che non solo ripudia la guerra ma promuove anche la giustizia sociale”, conclude Pagliaro. “Quando questi principi vengono ignorati, si indebolisce l’intero sistema”. Domani, dunque, lo sciopero generale: ci si aspetta una forte partecipazione dei lavoratori in tutta Italia.