Orsini: l’energia come questione cruciale per la sicurezza nazionale

Orsini: l'energia come questione cruciale per la sicurezza nazionale

Orsini: l'energia come questione cruciale per la sicurezza nazionale

Giada Liguori

Dicembre 13, 2025

Roma, 13 dicembre 2025 – Torna a infiammarsi il dibattito sull’energia in Italia. Ieri, durante l’intervento ad Atreju, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha messo in chiaro una cosa: la questione non riguarda solo le imprese, ma tocca da vicino anche le famiglie. “Il problema dell’energia non è solo delle imprese, ma anche delle famiglie”, ha detto davanti a un pubblico attento, sottolineando l’urgenza di decisioni condivise a livello europeo.

Mercato unico europeo: una partita da chiudere

Orsini punta il dito sulle scelte fatte negli anni scorsi. “Molto dipende da quello che abbiamo fatto o non fatto in passato”, ha ammesso, parlando di “compiti da fare” sia in Italia che in Europa. Il punto è semplice: la frammentazione del mercato energetico europeo pesa ancora sulle bollette e mette a rischio la competitività delle aziende. “Dobbiamo muoverci in fretta per avere un mercato unico europeo dell’energia”, ha ribadito Orsini, rilanciando una richiesta che gli industriali italiani fanno da tempo.

Non è un’idea nuova, ma oggi, con le tensioni internazionali e le crisi degli ultimi anni, assume un peso diverso. Senza una strategia comune, l’Europa resta più esposta agli shock esterni e fatica a garantire prezzi stabili a cittadini e imprese.

Consumi in aumento: un campanello d’allarme per la sicurezza nazionale

La vera questione, ha detto Orsini, sono i numeri. L’Italia consuma oggi, tra manifattura e servizi, circa 200 terawattora all’anno. E la stima per il 2035 è di un salto oltre i 600 terawattora. “Si parla di un consumo che triplica”, ha spiegato, citando dati dell’associazione.

Il problema non è solo economico. “Diventa un tema di sicurezza nazionale”, ha avvertito senza mezzi termini. La domanda cresce spinta dalla digitalizzazione, dalla transizione verde e dall’espansione dei servizi. Senza investimenti mirati in infrastrutture e fonti di approvvigionamento, l’Italia rischia di essere colta impreparata davanti a nuove crisi o interruzioni nelle forniture.

Famiglie e imprese strette nella morsa dei rincari

Le parole di Orsini arrivano in un momento difficile per molte famiglie italiane. Negli ultimi mesi i rincari delle bollette hanno pesato sui bilanci di casa, alimentando il dibattito su possibili aiuti. Anche le imprese, soprattutto quelle che consumano molta energia, guardano con preoccupazione ai prezzi e alle prospettive per il futuro.

Secondo i dati dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), nel 2025 il costo medio dell’energia elettrica per le famiglie è salito del 12% rispetto all’anno prima. Un trend che rischia di continuare se non si interviene con soluzioni strutturali. “Serve una visione condivisa”, ha ribadito Orsini ad Atreju, invitando governo e Unione Europea a collaborare su investimenti e regole comuni.

Transizione verde: investimenti e tempi stretti

Sul tavolo c’è anche la sfida della transizione ecologica. Tagliare le emissioni e aumentare la quota di energie rinnovabili chiede risorse ingenti e tempi certi. Uno studio del Politecnico di Milano, uscito a ottobre, parla chiaro: per raggiungere il target europeo del 55% di rinnovabili entro il 2030 serviranno almeno 80 miliardi di euro solo in Italia.

“Non possiamo permetterci ritardi”, ha ammonito Orsini, ricordando che la competitività del nostro sistema produttivo passa anche dalla capacità di innovare sul fronte energetico. In questo quadro, il ruolo delle istituzioni europee è decisivo: solo una strategia condivisa può assicurare sicurezza e prezzi sostenibili per tutti.

Le prossime settimane saranno decisive. Tra tavoli tecnici e vertici politici, l’energia resta al centro dell’agenda nazionale ed europea. E le parole di Confindustria suonano come un monito chiaro: “Non possiamo più aspettare.”