Milano, 13 dicembre 2025 – Si avvicina la fine dell’incidente probatorio sul caso di Garlasco. Il 18 dicembre è la data fissata per la chiusura, e la difesa di Andrea Sempio, unico indagato nella riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, mantiene una calma sorprendente per un processo così delicato. I suoi avvocati spiegano che tutto dipende dalla recente perizia genetica firmata dalla dottoressa Denise Albani. Secondo la difesa, quel documento ridimensionerebbe il peso delle tracce biologiche trovate sotto le unghie della vittima.
Perizia genetica, la difesa non si lascia impressionare
Il rapporto della genetista, consegnato pochi giorni fa, indica con una probabilità “da moderatamente forte a forte” che le tracce biologiche miste sotto le unghie di Chiara Poggi appartengano a un uomo della famiglia Sempio. Ma per l’avvocato Liborio Cataliotti non è certo la “pistola fumante” che l’accusa aveva lasciato intendere. “È più una pistola d’acqua”, ha detto ieri mattina entrando nel laboratorio di Genomica di via Tiburtina, a Roma, dove si stanno svolgendo gli ultimi accertamenti. “Stiamo passando tutto al setaccio, parola per parola. Abbiamo già preparato una decina di domande da fare per chiarire alcuni punti, ma senza polemiche e senza cercare di ribaltare la perizia”, ha aggiunto. Insomma, la strategia difensiva punta a fare chiarezza, non a contestare a tutti i costi.
La difesa: “Non è neanche un indizio”
Nonostante la perizia della Polizia abbia identificato con una buona probabilità il materiale genetico di Sempio sul corpo della vittima, la difesa resta ferma. “Dal punto di vista legale quel ritrovamento non vale nulla”, ha spiegato Cataliotti ai cronisti davanti al laboratorio. “La scienza non si piega alle convenienze. Se un confronto non può dare un risultato certo, semplicemente non lo dà. E senza le repliche richieste dai protocolli scientifici, la Corte di Cassazione è chiara: quel dato non è una prova”. Un ragionamento che, per la difesa, schiaccia il valore delle tracce genetiche e lascia poco spazio a interpretazioni diverse.
Incidente probatorio, il rush finale
Il 18 dicembre, davanti al giudice di Pavia, si chiuderà ufficialmente l’incidente probatorio. Un momento chiave per il futuro dell’inchiesta, riaperta dopo anni su richiesta dei familiari di Chiara Poggi e grazie a nuovi elementi emersi durante le indagini. In aula verranno depositate le ultime osservazioni tecniche e le eventuali domande sulla perizia Albani. La difesa di Sempio si dice pronta a intervenire con precisione, senza esagerare: “Non vogliamo ribaltare la perizia”, ha ribadito Cataliotti, “ma solo mettere in chiaro alcuni punti poco chiari”.
Garlasco, una storia ancora aperta dopo diciotto anni
L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco, resta uno dei casi più chiacchierati della cronaca giudiziaria italiana. Dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, la riapertura del fascicolo su Sempio – amico del fratello di Chiara – ha riacceso i riflettori e sollevato nuove domande sulla dinamica dei fatti. Ma a quasi diciotto anni di distanza, il quadro probatorio appare ancora incerto, con molti elementi che fanno discutere.
E adesso cosa succede?
Nei prossimi giorni sarà il giudice a decidere se i risultati dell’incidente probatorio porteranno a nuovi sviluppi o se la posizione di Sempio sarà archiviata. Intanto, in attesa della decisione, la difesa resta tranquilla. “Quella prova venne presentata come quella che avrebbe inchiodato l’assassino”, ha ricordato Cataliotti. “Alla fine, invece, si è rivelata tutt’altro”. Solo dopo la decisione del tribunale si capirà se il caso Garlasco chiuderà davvero un capitolo o se resteranno ancora molte domande senza risposta.
