Berlino, 13 dicembre 2025 – Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti, sarà a Berlino nel fine settimana per incontrare i principali leader europei e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’appuntamento, previsto tra domenica e lunedì, arriva in un momento cruciale: dalla Casa Bianca arriva la spinta per chiudere la guerra tra Ucraina e Russia entro la fine dell’anno. La notizia è stata confermata dal Wall Street Journal, che cita fonti ufficiali vicine ai negoziati.
Gli Usa spingono per una svolta
La decisione di mandare Witkoff, già protagonista nei colloqui tra Kiev e Mosca sul piano di pace promosso dagli Stati Uniti, segna un’accelerazione nei tentativi di avvicinare le posizioni tra Ucraina e Stati Uniti. Da ambienti diplomatici trapela che l’inviato americano avrà colloqui separati con i leader di Francia, Gran Bretagna e Germania, oltre che con Zelensky. Gli incontri sono fissati tra domenica 15 e lunedì 16 dicembre, in una Berlino blindata per l’occasione.
Witkoff al centro della partita, la Casa Bianca resta cauta
Steve Witkoff, figura di primo piano nella diplomazia americana, ha guidato negli ultimi mesi i contatti riservati tra le delegazioni di Kiev e Mosca. Fonti vicine al Dipartimento di Stato spiegano che la sua presenza a Berlino serve a “verificare se ci sono margini concreti per un accordo”. La Casa Bianca mantiene però un profilo prudente: “Il presidente Trump manderà un rappresentante solo se vede veri progressi”, ha detto giovedì la portavoce Karoline Leavitt. “Il presidente è stanco di riunioni inutili”, ha aggiunto, lasciando capire che Washington non intende perdere tempo con tavoli senza risultati.
Le divisioni restano, ma si cerca un terreno comune
Sul tavolo restano distanze importanti. Kiev chiede garanzie sulla sicurezza dei confini e il ritiro delle truppe russe dalle zone occupate. Mosca, invece, insiste sul riconoscimento delle nuove realtà territoriali nate dal conflitto. Gli Stati Uniti, riferiscono funzionari europei, stanno lavorando a una bozza di compromesso da proporre come base di discussione. “Non sarà facile”, ammette un diplomatico francese incontrato ieri sera vicino alla Porta di Brandeburgo. “Ma la pressione americana è forte”.
L’Europa osserva con prudenza
I governi europei tengono d’occhio la situazione. A Parigi, Londra e Berlino si moltiplicano i contatti informali tra consiglieri diplomatici. Emmanuel Macron, Rishi Sunak e Olaf Scholz – i leader attesi al confronto con Witkoff – hanno ribadito nelle ultime settimane la necessità di una soluzione condivisa, senza però cedere sulle richieste ucraine. “Serve realismo”, confida un funzionario vicino a Scholz. “Ma nessuno vuole lasciare Kiev scoperta”.
Zelensky arriva a Berlino, nodo garanzie
Volodymyr Zelensky sarà a Berlino sabato sera, accompagnato dal ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. Il presidente ucraino, dicono fonti del suo entourage, porterà sul tavolo la richiesta di garanzie internazionali vincolanti. “Non possiamo accettare una pace imposta”, avrebbe detto ieri durante una riunione con i suoi consiglieri a Kiev. La delegazione ucraina teme che la fretta americana porti a troppe concessioni a Mosca.
Prossimi passi e scenari
Gli incontri di Berlino saranno seguiti da consultazioni tecniche nelle capitali europee. Se si vedranno segnali positivi, non si esclude una nuova conferenza internazionale entro gennaio 2026. Per ora però regna la cautela. “Siamo ancora lontani da un accordo condiviso”, ammette una fonte diplomatica europea. Eppure, la presenza di Witkoff a Berlino è letta come un segnale: gli Stati Uniti vogliono chiudere la partita entro l’anno, anche a costo di forzare la mano.
Berlino si prepara ad accogliere delegazioni e giornalisti da tutta Europa. Il clima è teso, nessuno si sbilancia sugli esiti dei colloqui. Ma una cosa è certa: il fine settimana potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra Occidente, Ucraina e Russia.
