Luiss: formiamo i leader del cambiamento per l’Europa del futuro

Luiss: formiamo i leader del cambiamento per l'Europa del futuro

Luiss: formiamo i leader del cambiamento per l'Europa del futuro

Matteo Rigamonti

Dicembre 14, 2025

Roma, 14 dicembre 2025 – «L’Europa sta attraversando un momento difficile, lo vediamo ogni giorno. Ma non basta lamentarsi: serve farla ripartire con le idee dei Paesi fondatori». Così ha esordito Giorgio Fossa, presidente della Luiss, durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico, questa mattina nella sede di viale Pola. Un discorso che ha toccato il ruolo delle università, la responsabilità delle nuove generazioni e il futuro del continente.

Le università chiamate a guidare la ripartenza europea

Di fronte a docenti, studenti e rappresentanti delle istituzioni, Fossa ha spiegato che «le università, non solo la Luiss ma tutte, devono formare sempre più i giovani che guideranno il cambiamento dell’Europa». Un richiamo forte a un impegno concreto da parte del mondo accademico, chiamato a dare ai ragazzi gli strumenti necessari per affrontare un mondo sempre più connesso.

Il presidente ha sottolineato la responsabilità degli atenei: «Non basta dire cosa fare, bisogna anche mostrare la strada per farlo». Per questo la formazione universitaria deve andare oltre la semplice trasmissione di nozioni. «Solo valorizzando il pensiero critico – ha aggiunto – nasceranno giovani capaci di guidare il futuro del continente».

Giovani in primo piano: la sfida della fiducia

Nel suo intervento, Fossa si è rivolto direttamente agli studenti con un messaggio chiaro: «Devono tornare a credere prima di tutto in se stessi, per portare il cambiamento e lasciare un mondo migliore di quello che hanno trovato». Parole che hanno raccolto un applauso spontaneo soprattutto dai ragazzi in prima fila.

Per il presidente, il compito delle nuove generazioni non è solo ricevere un’eredità passivamente, ma «interpretare e trasformare» una realtà complessa. «Non basta adattarsi – ha spiegato – bisogna essere protagonisti del cambiamento». Un messaggio che arriva in un momento in cui l’Unione Europea deve fare i conti con tensioni interne, crisi economiche e nuove sfide geopolitiche.

Europa tra crisi e speranze

Il riferimento alla situazione del continente non è casuale. «L’Europa è in una fase di difficoltà», ha ribadito Fossa, citando le incertezze che la attraversano. Eppure, ha aggiunto, è proprio nei momenti di crisi che si misura la capacità di rinnovarsi. «Non basta criticarla – ha detto – bisogna impegnarsi per farla ripartire».

Durante la cerimonia, diversi interventi hanno ricordato l’importanza della collaborazione tra i Paesi fondatori e di una visione condivisa. Il rettore Andrea Prencipe ha sottolineato come «la formazione sia il vero motore dell’integrazione europea», mentre alcuni studenti hanno ribadito la necessità di «sentirsi parte attiva» nel costruire il futuro dell’Europa.

Università, ascolto e responsabilità

Fossa ha chiuso il suo discorso tornando sul ruolo delle università: «Abbiamo il dovere di accompagnare i giovani in un percorso che li renda consapevoli e responsabili». Un compito che, secondo lui, richiede «ascolto, dialogo e apertura verso il mondo».

La cerimonia si è conclusa poco dopo le 13 con la consegna di premi agli studenti più meritevoli. In sala anche rappresentanti del Ministero dell’Università e della Ricerca e alcuni ex allievi dell’Ateneo. Un clima raccolto e carico di speranza, segnato dalla convinzione che – come ha detto Fossa – «solo investendo sui giovani potremo costruire l’Europa che vogliamo».