Lune ghiacciate: il fragile equilibrio degli oceani nascosti

Lune ghiacciate: il fragile equilibrio degli oceani nascosti

Lune ghiacciate: il fragile equilibrio degli oceani nascosti

Matteo Rigamonti

Dicembre 14, 2025

Roma, 14 dicembre 2025 – Gli oceani nascosti sotto le superfici ghiacciate di alcune lune lontane del Sistema Solare, come Encelado e Mimas di Saturno o Miranda di Urano, rischiano un destino inaspettato: se il loro strato di ghiaccio si assottigliasse, l’acqua potrebbe arrivare a bollire. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature Astronomy, guidato dall’Università della California a Davis, che apre nuovi orizzonti per le missioni spaziali e per capire cosa succede dentro questi mondi lontani.

Oceani sotto ghiaccio: l’acqua potrebbe bollire

La ricerca, guidata da Maxwell Rudolph, mostra che anche un leggero assottigliamento del ghiaccio – tra i 5 e i 15 chilometri – potrebbe cambiare di molto la pressione che grava sugli oceani sotterranei di lune piccole come Mimas (raggio 198 km) ed Encelado (252 km). In queste condizioni, l’acqua potrebbe raggiungere il famoso punto triplo, cioè uno stato in cui coesistono ghiaccio, acqua liquida e vapore. “Abbiamo fatto diverse simulazioni e i risultati sono sorprendenti: l’oceano potrebbe iniziare a bollire e a evaporare molto prima che il ghiaccio si rompa in superficie”, ha detto Rudolph in un comunicato dell’università.

Simulazioni che cambiano la prospettiva

Il gruppo ha usato modelli numerici avanzati per capire come si comportano i gusci di ghiaccio su varie lune ghiacciate di medie dimensioni nel Sistema Solare. Hanno guardato soprattutto a come cambia la pressione e cosa succede agli oceani interni. “Le simulazioni dicono che anche piccoli cambiamenti nello spessore del ghiaccio possono avere effetti molto diversi a seconda della dimensione della luna”, spiega Rudolph. Sulle lune più piccole, la pressione che cala potrebbe far bollire l’acqua in fretta, mentre su quelle più grandi si attiverebbero altri meccanismi.

Le lune più grandi: croste che si comprimono e si spaccano

Il destino cambia per lune più grandi, con raggio oltre i 300 chilometri, come Titania (Urano) e Giapeto (Saturno). Qui, secondo lo studio, il ghiaccio che si assottiglia non porta all’ebollizione dell’acqua sotto la superficie, ma provoca compressione della crosta. Questo genera faglie e dorsali rugose, proprio le strutture che le sonde hanno già fotografato. “Questi segni sulla superficie raccontano storie di grandi cambiamenti nel passato di queste lune”, osserva uno dei coautori.

Cosa significa per le missioni spaziali

Le scoperte hanno un peso importante sulle strategie delle prossime missioni verso le lune ghiacciate del Sistema Solare esterno. Sapere che gli oceani sotterranei possono evaporare o cambiare rapidamente spinge a raccogliere dati più precisi sullo spessore del ghiaccio e su quello che succede sotto. “Capire come si muovono questi oceani è fondamentale anche per valutare se possono ospitare forme di vita”, sottolinea Rudolph. NASA, ESA e altre agenzie stanno già preparando nuove sonde per studiare da vicino Encelado, Europa e altre lune simili.

Un laboratorio naturale per la scienza

Questi mondi lontani sono un vero e proprio laboratorio naturale per chi studia i processi geologici e come si evolvono i corpi celesti in condizioni estreme. I ricercatori credono che capire le variazioni di pressione e i cambiamenti di stato dell’acqua possa aiutare a fare luce anche sulla Terra primordiale e sui pianeti fuori dal nostro sistema. “Ogni dettaglio che scopriamo ci avvicina a capire come l’acqua liquida possa esistere nel cosmo”, conclude Rudolph.

Per ora, resta aperta la sfida di osservare da vicino questi oceani nascosti sotto il ghiaccio. E chissà, forse un giorno scopriremo se sotto quelle croste c’è davvero qualche forma di vita.