Meloni: Atreju come punto di incontro, siamo noi a riunire il campo largo

Meloni: Atreju come punto di incontro, siamo noi a riunire il campo largo

Meloni: Atreju come punto di incontro, siamo noi a riunire il campo largo

Matteo Rigamonti

Dicembre 14, 2025

Roma, 14 dicembre 2025 – Sul palco di Atreju, la kermesse organizzata da Fratelli d’Italia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scelto un tono diretto e senza fronzoli per spiegare il senso dell’evento e lanciare un chiaro messaggio alle opposizioni. “Questo è un luogo dove tutte le idee possono trovare spazio. Qui Nietzsche e Marx si stringono la mano. Qui si misura il valore delle persone dai contenuti. Chi scappa, semplicemente, non ha contenuti”, ha detto Meloni poco dopo le 18, davanti a una platea piena all’Isola Tiberina.

Atreju, il palco del confronto vero

La premier ha voluto mettere in chiaro che Atreju nasce come spazio aperto al confronto tra idee diverse. “Qui si incontrano pensieri lontani, qui si discute davvero”, ha detto con voce ferma. Tra bandiere tricolori e applausi a intermittenza, l’atmosfera era quella di una grande giornata per la destra italiana. Nel cuore di Roma, sul palco, si sono alternati leader politici di schieramenti opposti, invitati a parlare e a confrontarsi senza filtri.

Ringraziamenti… e qualche frecciatina alle opposizioni

Nel suo discorso, Meloni ha ringraziato i tanti esponenti dell’opposizione che hanno risposto all’invito: “Grazie a Conte, Bonelli, Renzi, Marattin, Calenda, Magi”, ha elencato la presidente del Consiglio. Un gesto che vuole sottolineare la volontà di dialogo e apertura della manifestazione.

Ma non sono mancate le frecciate. Meloni ha citato la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, assente alla manifestazione: “Ringrazio anche Elly Schlein, che con il suo ‘mi si nota di più se vengo o sto in disparte o se non vengo per niente’ ci ha comunque dato visibilità”. Il riferimento al film di Nanni Moretti (“Ecce bombo”) ha strappato qualche sorriso in sala. Dietro quella battuta c’è però una critica netta: la scelta della leader dem di non partecipare viene letta come una fuga dal confronto.

Il “campo largo” si vede… ma senza la sua guida

“Quella che dovrebbe unire il campo largo è l’unica che non si è fatta vedere”, ha chiuso Meloni, riferendosi a Schlein e al progetto del centrosinistra. Per la premier, Atreju ha messo insieme – almeno per un giorno – i protagonisti principali dell’opposizione, mentre la segretaria dem ha scelto di restare fuori dal dibattito.

La presenza di figure come Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Matteo Renzi, Angelo Bonelli, Luigi Marattin e Riccardo Magi è stata letta dagli organizzatori come un segnale di vitalità del confronto politico. “Qui si dimostra che si può discutere senza pregiudizi”, ha confidato un deputato di FdI dietro le quinte, mentre i volontari distribuivano caffè caldo ai presenti.

Reazioni e clima dopo l’intervento

Le parole di Meloni hanno subito acceso il dibattito, soprattutto sui social e tra gli addetti ai lavori. Dal Partito Democratico, nessuna risposta ufficiale nel tardo pomeriggio; fonti vicine a Schlein hanno spiegato che la scelta di non partecipare era stata presa “per non trasformare l’evento in una passerella della destra”. Sul palco, invece, gli altri leader hanno preferito parlare di temi: Conte ha parlato di “sfida democratica”, Calenda ha chiesto “rispetto reciproco”, Renzi ha scherzato sul clima natalizio.

Tra il pubblico c’erano volti noti della politica romana e nazionale: il ministro Guido Crosetto, la presidente del Senato Ignazio La Russa e altri. Gli organizzatori stimano circa 2.500 persone presenti oggi.

Atreju, tra politica e dialogo

Per Meloni, Atreju resta un appuntamento chiave per la sua area politica, ma anche un banco di prova per il dialogo con le opposizioni. “Chi non si confronta perde un’occasione”, ha ribadito a margine dell’evento. Eppure il messaggio vale anche dentro la maggioranza: serve apertura, ma senza rinunciare a difendere i propri valori.

La manifestazione continuerà fino a domenica con altri incontri e dibattiti. Sullo sfondo resta una domanda: oggi, nella politica italiana, è davvero possibile un confronto aperto tra idee diverse? Per ora, almeno su questo palco romano, Nietzsche e Marx – come ha detto Meloni – si sono dati la mano.