Palermo, 14 dicembre 2025 – Un uomo di Catania si ritrova al centro di una vicenda che intreccia privacy, social network e relazioni personali: la moglie lo credeva a cena con i colleghi, ma in realtà è stato ripreso in uno spot pubblicitario di un ristorante mentre era con l’amante. Il video, pubblicato sui canali social del locale, ha smascherato la bugia e scatenato una serie di reazioni che ora coinvolgono anche il Codacons.
Lo spot che ha tradito l’uomo e la scoperta della moglie
L’uomo aveva detto alla moglie che sarebbe andato a una cena di lavoro. Invece, quel venerdì di fine novembre, poco dopo le 21, è entrato in un ristorante nel centro di Catania insieme a una donna. I gestori, come spesso fanno per pubblicizzare il locale, hanno realizzato un video breve con immagini della sala piena, piatti tipici e clienti sorridenti. Tra questi, proprio la coppia in questione.
Il giorno dopo, il filmato è finito sulla pagina Facebook del ristorante. La moglie, che seguiva regolarmente i social del locale, ha riconosciuto subito il marito. “Non ci volevo credere”, ha raccontato a un’amica. Dopo aver riguardato il video più volte, ha deciso di aspettarlo a casa e affrontarlo. La discussione, dicono quelli che erano in casa quella sera, è stata breve: lei ha chiesto spiegazioni e poi gli ha detto di andarsene.
La richiesta di risarcimento e l’intervento del Codacons
Con il matrimonio ormai in frantumi, l’uomo si è rivolto al Codacons Sicilia per chiedere un risarcimento danni. Il motivo? Essere stato ripreso e inserito nello spot senza aver mai firmato alcun consenso. “Non si può permettere a un ristorante di filmare i clienti senza un chiaro permesso e poi diffondere le immagini online, esponendo le persone a conseguenze imprevedibili”, ha detto Francesco Tanasi, segretario regionale dell’associazione.
Il Codacons sottolinea che non si tratta solo di una questione privata, ma anche di rispetto delle norme sulla privacy. “Diffondere immagini senza consenso può danneggiare seriamente la vita privata di chiunque”, ha aggiunto Tanasi. L’associazione sta valutando la richiesta di un risarcimento adeguato verso il locale, ricordando che la pubblicazione ha avuto effetti concreti e immediati sulla vita dell’uomo.
Privacy e locali pubblici: un nodo ancora aperto
La vicenda ha acceso di nuovo il dibattito sull’uso delle immagini dei clienti nei locali pubblici. Oggi molti ristoranti e bar italiani girano video e foto da mettere sui social per farsi pubblicità. Ma, secondo il Codice della Privacy (D.lgs 196/2003 e Regolamento UE 2016/679), serve sempre il consenso esplicito di chi appare nelle immagini prima di pubblicarle.
“Spesso i clienti non sanno di essere ripresi”, spiega un avvocato esperto di diritto digitale. “Ma la legge è chiara: senza un consenso scritto, la diffusione può essere contestata”. Il caso di Catania rischia di fare scuola per altri episodi simili.
Reazioni tra cittadini e gestori: tra solidarietà e dubbi
La storia ha fatto rapidamente il giro dei social e dei gruppi WhatsApp locali. C’è chi ha espresso solidarietà alla moglie tradita: “Ha fatto bene a mandarlo via”. Altri si sono concentrati sul tema della privacy: “Non voglio essere ripreso mentre mangio”, ha scritto un cliente abituale del ristorante. I gestori, contattati da alanews.it, hanno evitato commenti approfonditi. Hanno solo detto che “le riprese sono sempre discrete” e che “mai nessuno si era lamentato prima”.
Nel frattempo, il Codacons aspetta una risposta ufficiale dal ristorante. L’uomo chiede un risarcimento per i danni subiti: non solo la fine del matrimonio, ma anche l’esposizione pubblica della sua vita privata. Una storia che mette in discussione abitudini ormai consolidate e riporta al centro il tema della tutela dei dati personali – anche quando si tratta di una semplice cena fuori casa.
