Providence, 14 dicembre 2025 – Due studenti uccisi e nove feriti gravi: questo il bilancio della sparatoria che ieri pomeriggio ha sconvolto la Brown University nel cuore di Providence, Rhode Island. L’attacco, avvenuto poco dopo le 16.22 locali, ha colpito uno degli atenei più prestigiosi degli Stati Uniti durante una sessione di ripasso per l’esame finale di Principi di economia. La polizia ha fermato un sospettato nelle prime ore di domenica, mentre il campus resta sotto choc e le indagini vanno avanti.
Panico in aula: due morti e nove feriti durante l’esame
La presidente dell’università, Christina Paxton, e il sindaco Brett P. Smiley hanno confermato che tutte le vittime erano studenti iscritti all’ateneo. La sparatoria è scoppiata nell’aula 166 dell’edificio Barus & Holley, una struttura di sette piani che ospita la Facoltà di Ingegneria e il Dipartimento di Fisica. “C’erano ancora persone in classe, molti si sono nascosti dietro la cattedra per evitare i colpi”, ha raccontato Martyna Kaps, studentessa presente al momento dell’attacco. La scena, descritta anche dalla professoressa Rachel Friedberg al New York Times, è stata un vero caos: urla, corse verso l’uscita, telefoni messi in modalità silenziosa come previsto dal protocollo.
L’assalitore fugge a piedi con maschera mimetica
Le prime ricostruzioni indicano un uomo intorno ai trent’anni, vestito tutto di nero e con una maschera mimetica grigia. Le telecamere interne lo hanno ripreso mentre lasciava l’edificio a piedi lungo Hope Street. “Abbiamo diffuso un video, ma si vede solo di spalle”, ha detto il vice capo della polizia di Providence, Timothy O’Hara. Sul posto sono intervenuti circa 400 agenti, tra polizia locale e federale; l’FBI ha promesso “tutti i mezzi necessari” per trovare il responsabile.
Arresto nel pomeriggio: lockdown revocato dopo ore di tensione
La svolta è arrivata nel primo pomeriggio italiano con la notizia dell’arresto di un sospettato in un hotel vicino. Il sindaco Smiley ha confermato: “Stiamo revocando immediatamente il lockdown alla Brown University”. La notte era stata sorvegliata da decine di agenti e unità cinofile. Le autorità non hanno fornito dettagli sull’identità del fermato né sulle prove raccolte: “Non riveliamo informazioni specifiche su questo tipo di indagini”, ha precisato Smiley.
Sicurezza sotto la lente: accessi più facili per gli esami
L’aula dove è avvenuta la sparatoria può ospitare fino a 186 persone. Di solito, per entrare negli edifici del campus serve la tessera identificativa. Ma con gli esami in corso e il continuo via vai di studenti, i controlli sarebbero stati meno rigidi. “È successo tutto in un attimo”, ha confidato uno studente che ha preferito restare anonimo. L’allarme è scattato alle 16.22: “Chiudete le porte a chiave, silenziate i telefoni e restate nascosti fino a nuovo avviso”, è stato il messaggio diffuso dall’università.
Brown University sotto choc: cordoglio e solidarietà
La comunità accademica è sconvolta. “Ora il nostro compito è sostenere le famiglie colpite da questa tragedia”, ha detto la presidente Paxton. Anche l’ex presidente Donald Trump ha commentato su Truth Social: “Una cosa orribile. Ora non resta che pregare per le vittime”. Nel campus, che conta circa 11mila studenti, si respira un clima teso: molti hanno lasciato le residenze nelle ore successive all’attacco, altri si sono raccolti nei cortili in attesa di aggiornamenti.
Indagini aperte, nessuna minaccia attuale
Gli inquirenti hanno raccolto diversi bossoli come prove. Il sindaco Smiley ha rassicurato: “Non abbiamo motivo di credere che ci siano altre minacce legate alla sparatoria”. Nonostante questo, paura e inquietudine restano tra studenti e professori. La Brown University, simbolo della Ivy League sulla costa est, ora deve fare i conti con una ferita profonda e interrogativi sulla sicurezza nei campus americani.
