Washington, 13 dicembre 2025 – Due soldati americani e un interprete statunitense sono stati uccisi ieri sera in Siria, vittime di un’imboscata attribuita a un militante dello Stato Islamico. L’attacco, avvenuto vicino a Deir Ezzor, nel nord-est del Paese, è stato confermato dal Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom). Altri tre militari sono rimasti feriti. L’assalitore, stando alle prime ricostruzioni, è stato eliminato dalle forze alleate siriane che lavorano a fianco del contingente americano nella zona.
Imboscata improvvisa nella notte
L’agguato è scattato poco dopo le 21, in un’area dove le cellule jihadiste restano un pericolo costante. Secondo fonti militari, il gruppo stava tornando da una missione di pattugliamento quando è stato colpito da colpi d’arma da fuoco e da un ordigno artigianale. “Abbiamo perso tre grandi patrioti”, ha detto il presidente Donald Trump davanti alla Casa Bianca, poco dopo aver ricevuto la notizia. Trump ha promesso che gli Stati Uniti “si faranno giustizia”, senza però entrare nei dettagli sulle possibili mosse militari.
Casa Bianca sotto choc, reazione pronta
La notizia ha colpito duro l’amministrazione americana. Trump, visibilmente scosso, ha espresso le condoglianze alle famiglie delle vittime e ha definito l’attacco “un gesto vile”. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha spiegato che l’assalitore è stato abbattuto “dai nostri alleati siriani”, sottolineando come le truppe americane lavorino insieme ai gruppi locali nella lotta contro lo Stato Islamico. “Non lasceremo che questo sacrificio sia inutile”, ha aggiunto Hegseth in una breve dichiarazione al Pentagono.
La tensione resta alta sul terreno
Negli ultimi mesi, la presenza americana in Siria si è concentrata soprattutto nelle zone petrolifere e lungo il confine con l’Iraq. Anche se lo Stato Islamico ha perso il controllo del territorio, diverse sacche di resistenza jihadista continuano a operare. Fonti locali riferiscono che l’attacco è stato pianificato da tempo e che il gruppo responsabile ha sfruttato la conoscenza del territorio per colpire il convoglio americano in un punto isolato della strada tra Deir Ezzor e al-Hasakah.
Feriti in ospedale, indagini in corso
I tre soldati feriti sono stati portati d’urgenza in una base americana vicina. Le loro condizioni, secondo Centcom, sono stabili ma restano sotto stretto controllo medico. Le autorità militari hanno avviato un’indagine per ricostruire l’accaduto e capire se ci sono state falle nei protocolli di sicurezza. “Stiamo cercando di capire come sia potuto succedere”, ha ammesso un ufficiale americano che ha preferito restare anonimo.
Alleati siriani in prima linea
La presenza degli alleati siriani al fianco delle truppe americane si è rivelata decisiva anche in questa occasione. Secondo il Segretario alla Difesa, sono stati i combattenti delle Forze Democratiche Siriane a rispondere per primi al fuoco e ad abbattere l’attentatore. Un dettaglio che mostra quanto sia complesso il quadro siriano, dove la collaborazione tra esercito regolare e milizie locali è fondamentale per la sicurezza delle truppe occidentali.
Solidarietà internazionale e clima di tensione
Nelle ore successive all’attacco sono arrivate molte manifestazioni di solidarietà dagli alleati degli Stati Uniti. Il premier britannico ha espresso “vicinanza alle famiglie delle vittime” e ha ribadito l’impegno comune nella lotta al terrorismo. Anche il presidente francese ha inviato un messaggio di cordoglio a Washington. Intanto in Siria la tensione resta alta: nelle ultime settimane si sono registrati altri attacchi contro convogli militari stranieri.
Un bilancio che preoccupa
Secondo i dati del Pentagono, dall’inizio dell’anno sono almeno 12 i soldati americani uccisi in operazioni contro lo Stato Islamico in Siria e Iraq. L’attacco di ieri riporta l’attenzione sulla fragilità della situazione nella regione e sulla necessità di restare vigili. “Non ci fermeremo”, ha detto Trump ai giornalisti, lasciando intendere che una risposta militare potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.
