Trento, 14 dicembre 2025 – Il Gruppo Mezzacorona chiude il 2025 con un fatturato che sfiora i 213 milioni di euro, in leggero aumento rispetto ai 212,3 milioni dell’anno scorso. L’utile netto si attesta a 1,74 milioni. Questi dati, presentati oggi durante la 121esima assemblea generale dei soci a San Michele all’Adige, confermano la solidità di questa storica realtà vitivinicola trentina, che continua a muoversi in un mercato internazionale pieno di incertezze economiche e tensioni geopolitiche.
Export, mercati chiave e nuove sfide sul tavolo
Il presidente Luca Rigotti ha voluto ringraziare soci e collaboratori per il “senso di responsabilità” dimostrato in un momento che, ha ammesso, “non è facile per nessuno, figuriamoci per il settore del vino”. Il Gruppo Mezzacorona, con circa 500 dipendenti, basa più dell’80% delle sue vendite sull’export. Gli Stati Uniti restano il mercato principale: qui la controllata Prestige Wine Imports Corp. lavora da oltre trent’anni, mantenendo forte la presenza dei vini trentini sugli scaffali americani.
Oltre agli USA, la Germania è un punto fermo grazie alla filiale Bavaria WeinImport GmbH. Seguono poi Olanda, Scandinavia, Regno Unito, Canada, Belgio e vari Paesi dell’Europa dell’Est. Negli ultimi anni si sono aperte nuove rotte verso Sud America, Caraibi e Sud-est asiatico. “L’internazionalizzazione è una necessità – ha detto Rigotti – ma anche una sfida continua: i mercati cambiano in fretta e dobbiamo essere pronti a reagire”.
Ricerca, qualità e certificazioni: il cuore del lavoro
Durante l’assemblea, il direttore generale Francesco Giovannini ha spiegato le linee guida per il futuro: “Investiamo in ricerca e supporto tecnico direttamente in vigna, puntando a mantenere alta la qualità che ci ha portato riconoscimenti anche quest’anno”. Il valore del conferimento ai soci ha superato i 62 milioni di euro, mentre il patrimonio netto ha superato i 100 milioni.
Un punto di forza resta la certificazione delle uve secondo lo standard Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata), raggiunta per la decima volta consecutiva nel 2025. “È un passaggio fondamentale – ha sottolineato Giovannini – perché ci permette di proporre i nostri vini anche sui mercati più esigenti”. Mezzacorona è stata tra le prime in Trentino a credere nella denominazione Doc già negli anni Settanta e, dagli anni Novanta, a sperimentare tecniche avanzate di produzione integrata.
Premi e riconoscimenti che fanno la differenza
Il 2025 ha portato nuovi successi anche sul fronte dei premi. Due etichette del gruppo hanno conquistato i “3 Bicchieri” della Guida Vini d’Italia di Gambero Rosso: il Rotari Flavio Trentodoc 2017 e il rosso siciliano “Cantodoro” Feudo Arancio Sicilia Doc 2022. Inoltre, sono arrivate ben 17 medaglie – tra oro e argento – per Rotari al The Champagne and Sparkling Wine World Championship.
“Questi premi – ha commentato Rigotti – sono il frutto del lavoro quotidiano dei nostri viticoltori e della capacità di innovare senza mai perdere il legame con il territorio”. Un legame che si traduce anche nella scelta di mantenere una struttura cooperativa diffusa: oggi Mezzacorona conta centinaia di soci viticoltori tra Trentino e Sicilia.
Futuro incerto, ma con basi solide
Nonostante i numeri positivi, il clima resta di incertezza. “Le tensioni geopolitiche e l’inflazione stanno cambiando le abitudini dei consumatori”, ha ammesso Rigotti davanti ai soci riuniti nella sala conferenze poco dopo le 10 del mattino. “Dobbiamo continuare a puntare su qualità e sostenibilità, senza dare nulla per scontato”.
Il gruppo guarda avanti con prudenza, ma anche con la consapevolezza di poter contare su una base solida. “La nostra forza – ha concluso Rigotti – sta nella coesione tra soci e collaboratori. Solo così potremo affrontare le sfide che ci aspettano nei mesi a venire”.
