Assofondipensione avverte: la modifica del contributo datoriale in previdenza complementare non è accettabile

Assofondipensione avverte: la modifica del contributo datoriale in previdenza complementare non è accettabile

Assofondipensione avverte: la modifica del contributo datoriale in previdenza complementare non è accettabile

Matteo Rigamonti

Dicembre 15, 2025

Roma, 15 dicembre 2025 – Assofondipensione ha chiesto oggi al Governo di ritirare la modifica al contributo datoriale alla previdenza complementare inserita nella Legge di Bilancio. Il presidente Giovanni Maggi ha lanciato un appello urgente per aprire subito un confronto con le parti sociali. La preoccupazione è forte: si parla di una scelta “grave”, capace di mettere in discussione l’intero sistema della previdenza integrativa in Italia.

Previdenza complementare: in bilico il ruolo della contrattazione collettiva

Per Maggi, cancellare il ruolo della contrattazione collettiva nella gestione del contributo del datore di lavoro è un passo delicatissimo. “Così si rischia di stravolgere il rapporto tra contrattazione, adesione contrattuale e la funzione previdenziale del secondo pilastro”, ha spiegato il presidente di Assofondipensione. In pratica, la norma che vuole rendere il contributo datoriale completamente trasferibile a qualsiasi forma pensionistica, senza legami contrattuali, rompe con un sistema costruito con fatica negli ultimi decenni.

Subemendamenti e correzioni: la battaglia di Assofondipensione

Nelle ultime settimane sono stati presentati alcuni subemendamenti per rivedere l’emendamento principale. Maggi ha detto che Assofondipensione spera che il Parlamento accolga le proposte per eliminare i punti più critici legati alla portabilità del contributo contrattuale. “Speriamo che si ascoltino queste richieste – ha aggiunto – per evitare che i lavoratori si trovino a pagare costi più alti e ad affrontare rischi maggiori”.

Long Term Care: un tema da affrontare insieme

Tra le novità emerse nel dibattito parlamentare c’è anche la questione della Long Term Care (Ltc), cioè la copertura per l’assistenza a lungo termine. Maggi ha detto che è un tema importante, ma che non si può affrontare senza il coinvolgimento diretto delle parti sociali. “Ogni modifica deve passare dal confronto con chi gestisce i fondi pensione e con chi rappresenta i lavoratori”, ha sottolineato. Solo così, secondo Assofondipensione, si possono valutare insieme gli effetti delle nuove regole.

Il contributo datoriale non è un regalo personale

Per l’associazione, il contributo del datore di lavoro non è un semplice vantaggio per il singolo lavoratore. È invece una parte fondamentale, decisa con accordi collettivi, pensata per garantire un equilibrio tra le parti e proteggere chi aderisce. “Togliere questo meccanismo – ha detto Maggi – vuol dire mettere a rischio la funzione sociale della previdenza complementare e ridurre la qualità delle pensioni nel tempo”.

I pericoli per i lavoratori: più costi e meno trasparenza

Aprire la porta alla portabilità totale del contributo verso qualsiasi forma pensionistica, senza vincoli, mette a rischio i lavoratori. Secondo Assofondipensione, si rischia di finire in prodotti con costi più alti e regole di gestione meno chiare. “Così si indebolisce la solidità e l’efficienza dei fondi pensione negoziali”, ha aggiunto Maggi. In Italia, questi fondi hanno garantito per anni tutele concrete a milioni di lavoratori, con pensioni adeguate e costi contenuti.

L’appello finale: serve un confronto subito

La richiesta di Assofondipensione è netta: ritirare la modifica in Legge di Bilancio e aprire da subito un tavolo di confronto con le parti sociali. “Non si possono prendere decisioni così importanti senza coinvolgere chi rappresenta lavoratori e datori”, ha concluso Maggi. Altrimenti, si rischia di mettere in crisi un sistema che ha dimostrato solidità ed efficienza, lasciando i lavoratori più scoperti e meno protetti.