Fiere in Italia: crescita continua nel 2025 con un aumento del 5% della superficie espositiva

Fiere in Italia: crescita continua nel 2025 con un aumento del 5% della superficie espositiva

Fiere in Italia: crescita continua nel 2025 con un aumento del 5% della superficie espositiva

Matteo Rigamonti

Dicembre 15, 2025

Roma, 15 dicembre 2025 – Il sistema fieristico italiano chiude il 2025 in crescita, confermandosi protagonista dell’economia nazionale e internazionale. Secondo i dati presentati oggi dall’Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane) durante l’assemblea di fine anno al Mimit, alla presenza del ministro Adolfo Urso, il settore ha fatto segnare un aumento sia degli espositori totali (+6%) sia di quelli esteri (+7%, che ora rappresentano il 20% del totale). La superficie venduta ha sfiorato gli 11 milioni di metri quadrati, con un +5% rispetto al 2024.

Il ritorno ai livelli pre-pandemia spinge la crescita

Il 2025 conferma e migliora i risultati già positivi dell’anno passato, superando i dati del 2019, l’ultimo prima della pandemia. Sono stati ben 915 gli eventi fieristici organizzati in Italia, con una partecipazione in aumento sia delle aziende italiane che di quelle straniere. “Anche quest’anno il sistema fieristico si è rivelato il primo alleato delle imprese italiane per fare business, soprattutto all’estero, visto che l’Italia punta molto sull’export”, ha detto il presidente Aefi, Maurizio Danese, durante l’assemblea.

L’Italia che esporta: fiere made in Italy in tutto il mondo

Non si parla solo di fiere in Italia. Nel 2025 sono state 89 le manifestazioni italiane all’estero. Tra i venti Paesi che hanno ospitato eventi “made in Italy”, la Cina rimane la destinazione principale, seguita da Brasile, Stati Uniti, Germania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Messico. Un segno chiaro di come il settore stia ampliando i suoi orizzonti, esportando non solo prodotti ma anche format e competenze fieristiche.

Più risorse per spingere l’export nel mondo

L’attenzione sull’export resta alta. Il presidente Danese ha applaudito l’introduzione di risorse extra nella legge di bilancio per promuovere il prodotto Italia all’estero: “Seguiamo con grande interesse il Piano d’azione per l’export del ministero degli Esteri e accogliamo con favore i 100 milioni di euro in più l’anno, dal 2026 al 2028, inseriti nel Ddl Bilancio”. Un chiaro segnale che il governo vuole dare una spinta forte all’espansione italiana sui mercati internazionali.

2026, un anno di fiere e settori chiave

Le previsioni del Coordinamento interregionale fiere vedono un 2026 altrettanto vivace: sono attesi 878 eventi nei cinquanta quartieri fieristici italiani, con una superficie espositiva complessiva di 4,2 milioni di metri quadrati. Questo posiziona l’Italia al quarto posto mondiale per dimensioni. Nel dettaglio, si contano 276 fiere internazionali e 202 nazionali. Il comparto food, bevande e ospitalità coprirà il 12% degli eventi, seguito da tessile, abbigliamento e moda (11%), sport, hobby, intrattenimento e arte (11%). Tecnologia e meccanica pesano per il 9%, mentre agricoltura, silvicoltura e zootecnia arrivano all’8%. Infine, gioielli, orologi e accessori rappresentano il 7%.

Le fiere, motore dell’economia italiana

Il legame tra fiere e settori chiave dell’export italiano resta saldo. Agroalimentare, tecnologia, moda-bellezza, edilizia-arredo e tempo libero – che rappresentano la maggior parte delle attività fieristiche – generano insieme il 30% della produzione nazionale e il 63% dell’export. Un intreccio che, secondo gli operatori, è uno dei punti di forza del sistema produttivo italiano. “Siamo lo strumento del made in Italy”, ha sottolineato Danese, “e continueremo a lavorare per aiutare le nostre imprese a restare competitive nel mondo”.

Tra sfide e opportunità, il futuro del sistema fieristico

Il settore guarda avanti con fiducia, anche se restano sfide importanti da affrontare: dalla digitalizzazione degli eventi alle nuove richieste di sostenibilità ambientale. Però la crescita degli espositori stranieri e l’aumento delle superfici vendute indicano una strada chiara. “Il sistema fieristico italiano – ha concluso Danese – resta un asset fondamentale per l’economia del Paese e un punto di riferimento per l’internazionalizzazione delle nostre imprese”.