Hong Kong in rosso: Vanke crolla del 5,43% all’apertura della Borsa

Hong Kong in rosso: Vanke crolla del 5,43% all'apertura della Borsa

Hong Kong in rosso: Vanke crolla del 5,43% all'apertura della Borsa

Giada Liguori

Dicembre 15, 2025

Hong Kong, 15 dicembre 2025 – La Borsa di Hong Kong ha iniziato la giornata in netto calo. L’indice Hang Seng ha perso subito l’1,03%, scendendo a 25.709,46 punti. A trascinare il ribasso sono stati soprattutto i titoli del settore immobiliare, con in testa Vanke, uno dei maggiori gruppi cinesi delle costruzioni, che ha lasciato sul terreno il 5,43% dopo aver annunciato problemi nel rimborso di un’obbligazione in scadenza.

Vanke battuta dagli obbligazionisti

Un documento ufficiale arrivato dalla Borsa di Hong Kong racconta di una brutta battuta d’arresto per Vanke. La società non è riuscita a ottenere il via libera dagli obbligazionisti per posticipare di un anno il pagamento di un bond da 2 miliardi di yuan (circa 284 milioni di dollari), in scadenza proprio oggi. La votazione, durata tre giorni e conclusa venerdì sera, ha lasciato la società con appena cinque giorni lavorativi di “periodo di grazia” per saldare quanto dovuto. Nel frattempo, Vanke ha annunciato che convocherà un nuovo incontro con i creditori per “continuare a cercare soluzioni”, come si legge nella nota ufficiale.

Il settore immobiliare cinese sotto pressione

La vicenda di Vanke torna a mettere in luce le difficoltà del settore immobiliare cinese, che ormai da fine 2021 è sotto forte pressione. Fu allora che Pechino impose limiti più severi ai finanziamenti per frenare la corsa al debito delle società immobiliari. Da quel momento, molte aziende, anche le più grandi, si sono trovate in difficoltà a rifinanziare i propri debiti e a rispettare le scadenze delle obbligazioni. “Il rischio contagio è ancora alto”, spiega un analista della Bank of East Asia, ricordando come la fiducia degli investitori sia tuttora molto fragile.

Nuove scadenze in arrivo e tentativi di mediazione

Ma non è finita qui per Vanke. Il gruppo, attivo nelle principali città cinesi e con una partecipazione statale importante, sta cercando di ottenere una proroga anche per un’altra obbligazione in yuan, del valore di 3,7 miliardi (circa 525 milioni di dollari), che scade il 28 dicembre. Per questa tranche è già stata fissata un’assemblea degli obbligazionisti il 22 dicembre. “Stiamo lavorando con tutti gli attori coinvolti per trovare una soluzione che salvaguardi sia gli investitori sia la continuità dell’azienda”, ha detto un portavoce di Vanke durante una conference call con gli analisti.

Mercati nervosi, il clima resta teso

L’annuncio ha colpito subito il titolo Vanke, che nelle prime ore di contrattazioni è stato tra i peggiori dell’Hang Seng. Anche altri gruppi immobiliari hanno subito vendite, seppur meno pesanti. Gli operatori restano prudenti. “Il settore immobiliare cinese è ancora in una fase di aggiustamento”, commenta un trader di HSBC a Hong Kong. Secondo le prime valutazioni degli analisti, la capacità di società come Vanke di trovare un’intesa con i creditori sarà decisiva per evitare nuovi scossoni a livello sistemico.

Pechino osserva e valuta nuove mosse

Il governo cinese segue con attenzione l’evolversi della crisi. Dalla fine del 2021 ha stretto le maglie sui prestiti alle società immobiliari per contenere i rischi legati al debito eccessivo. Ma la crisi si è fatta sentire anche sull’indotto e sull’occupazione nelle aree urbane. “Serve trovare un equilibrio tra rigore finanziario e sostegno alla crescita”, ha ammesso un funzionario del Ministero delle Finanze cinese, lasciando intendere che potrebbero arrivare nuove misure nelle prossime settimane.

Il futuro resta incerto, la fiducia è tutto

Per ora, la situazione resta molto fluida. Gli investitori attendono segnali chiari sia da Vanke sia dalle autorità. Nel frattempo, la volatilità sui mercati asiatici potrebbe continuare nei prossimi giorni, con gli occhi puntati sulle prossime scadenze obbligazionarie e sulle decisioni dei creditori. La partita si gioca tutta sulla fiducia: solo un accordo condiviso potrà evitare nuove turbolenze nel settore immobiliare cinese.