Roma, 15 dicembre 2025 – Difendere la cucina italiana per Luigi Diotaiuti è molto più che salvaguardare ricette: è difendere un’intera civiltà. È proprio da questa idea che nasce la Luigi Diotaiuti Foundation, presentata oggi a Roma, con l’obiettivo di dare continuità e struttura a un impegno che dura da vent’anni, quello di proteggere le tradizioni gastronomiche del nostro paese. Diotaiuti, chef lucano e ambasciatore della cucina della Basilicata nel mondo, ha spiegato chiaramente: “La cucina italiana non è solo cibo: è cultura, storia, sostenibilità e bellezza. Difenderla vuol dire custodire un patrimonio che appartiene a tutti”.
Salvare un patrimonio che parla di noi
La Fondazione si presenta come una realtà che punta a proteggere e valorizzare la cucina italiana più antica e tradizionale. Non si tratta solo di piatti, ma di un vero e proprio patrimonio culturale e identitario. Il lavoro si traduce in ricerca, divulgazione e azioni concrete per tenere in vita pratiche culinarie, saperi agricoli e tradizioni pastorali che rischiano di sparire. “Solo così – ha rimarcato Diotaiuti – la memoria gastronomica può diventare futuro”.
Il progetto si muove in sintonia con i principi riconosciuti dall’Unesco, puntando su modelli alimentari che rispettano biodiversità, stagioni e ambiente. In questi anni, la Fondazione ha organizzato forum, congressi e iniziative internazionali, creando un filo diretto tra comunità locali, agricoltori, allevatori, ristoratori, produttori e studiosi.
Tra Italia e Stati Uniti: PastaLab e Sirino in Transumanza
Tra le iniziative più importanti c’è PastaLab, un laboratorio di ricerca e sperimentazione sulla pasta tradizionale che opera tra Italia e Stati Uniti. Un vero ponte tra culture gastronomiche, dove la pasta fatta a mano, i grani antichi e le tecniche tramandate si mettono al centro. Nel laboratorio – raccontano i collaboratori – si riscoprono formati dimenticati, farine locali e metodi naturali di essiccazione.
Un altro progetto di rilievo è Sirino in Transumanza, evento annuale che celebra una pratica millenaria, fondamentale per il paesaggio e il benessere degli animali. Ogni ottobre, pastori e allevatori si ritrovano ai piedi del Monte Sirino per rievocare la transumanza delle greggi: un rito che diventa occasione di scambio tra generazioni e territori. “La transumanza – ha detto Diotaiuti – è un esempio concreto di sostenibilità”.
Docufilm e nuovi progetti in arrivo nel 2026
Non solo eventi in presenza. La Fondazione ha realizzato il docufilm ‘Transumanza: un’antica pratica con valori moderni’, premiato con il Golden Leaf all’Italia Green Film Festival e presto disponibile su Amazon Prime Video. Il film segue i pastori lucani lungo i tratturi, mostrando gesti antichi e paesaggi ancora intatti.
Per il 2026 sono già in cantiere nuove iniziative: a ottobre un evento dedicato alle specie di capre italiane, con un occhio particolare a quelle a rischio estinzione; e un progetto innovativo sulla pasta e cucina tradizionale, pensato come un ponte tra memoria, sostenibilità e futuro. “Vogliamo mettere insieme saperi, competenze e responsabilità”, ha spiegato Diotaiuti.
Dal piatto alla storia: ingredienti veri e sapori di casa
Questa visione si ritrova anche nei piatti. Gesti semplici, ingredienti autentici e sapori che raccontano un’identità: dagli gnocchi di Fardella al pomodoro fresco, alle laganelle – considerate la pasta più antica della tradizione italiana – fino al caciocavallo lucano. Ogni ricetta parla di un territorio, di una famiglia, di una stagione. “La tradizione non è nostalgia, ma futuro. E oggi più che mai va protetta”, sottolinea lo chef.
Un appello contro l’appiattimento del gusto
In un’Italia che accoglie più di 75 milioni di visitatori all’anno, il pericolo di un’omologazione e industrializzazione del gusto è reale. La Luigi Diotaiuti Foundation lancia un messaggio chiaro: la cucina italiana va difesa non solo nei ristoranti stellati o nelle sagre di paese, ma anche nelle scuole, nelle famiglie, nei piccoli borghi dove si tramandano ancora gesti antichi.
“Proteggere la cucina italiana – conclude Diotaiuti – significa proteggere una civiltà. E questo compito riguarda tutti noi”.
