Campi Bisenzio, 15 dicembre 2025 – Ieri gli inquirenti hanno ascoltato i due fratelli del 32enne trovato morto dentro un baule nella villetta bifamiliare di via delle Rose, a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze. Il ritrovamento, avvenuto sabato scorso, ha scosso profondamente la comunità e ha acceso i riflettori sulle condizioni di isolamento e disagio in cui la famiglia viveva da tempo.
Il corpo nel baule: la scoperta e i primi passi degli investigatori
A ricostruire i fatti è stato il sindaco Andrea Tagliaferri. Il corpo è stato trovato grazie a un intervento congiunto della polizia municipale e degli assistenti sociali, mobilitati dopo la segnalazione di un vicino. Erano circa le 10 di mattina quando hanno varcato la soglia della casa. Quello che hanno trovato ha lasciato tutti senza parole. Nessuna traccia di acqua corrente, luce o riscaldamento. La villetta era spoglia, fredda, con chiari segni di abbandono.
Il sindaco ha sottolineato che la famiglia non risultava seguita dai servizi sociali né era mai stata segnalata. “Non avevamo mai avuto notizie di questa situazione”, ha detto Tagliaferri, ammettendo che la scoperta ha colto tutti di sorpresa. All’interno, la madre dei tre fratelli è stata trovata in condizioni precarie, tanto da richiedere il pronto intervento del 118. I due figli, un uomo e una donna tra i 30 e i 40 anni, sono stati descritti come persone fragili, spaesate e incapaci di dare spiegazioni chiare.
Il baule nascosto e la vittima: un mistero lungo anni
Al primo sopralluogo, i fratelli avevano detto che il 32enne “stava dormendo”. Solo il giorno dopo, durante un controllo più approfondito, gli operatori hanno notato una stanza sigillata con del nastro adesivo, in parte nascosta da scatoloni. Dentro c’era un baule. Al suo interno, i resti del giovane. Secondo i primi accertamenti dei medici legali, il decesso risalirebbe ad almeno due anni fa, forse anche di più.
Le fonti investigative riferiscono che sul corpo non sono stati trovati segni evidenti di violenza. Resta però da capire cosa abbia causato la morte: solo l’autopsia potrà dare risposte certe. “Al momento non ci sono elementi che facciano pensare a un omicidio”, ha detto una fonte vicina alle indagini, “ma non possiamo escludere nulla finché non avremo i risultati”.
Una famiglia invisibile: tra isolamento e silenzio
Questa vicenda ha portato alla luce le condizioni di estrema fragilità in cui viveva la famiglia. Nessun contratto attivo per luce, acqua o gas. Nessun contatto con i servizi sociali. Nessuna richiesta d’aiuto. Il Comune ha fatto sapere che la madre e i due figli sono stati portati in pronto soccorso per accertamenti. Le loro condizioni sono stabili, ma il loro stato psicologico è molto compromesso.
“Erano persone chiuse, quasi invisibili”, racconta un vicino che vuole restare anonimo. “Non li vedevamo quasi mai uscire. Solo la madre ogni tanto si affacciava alla finestra”. Un altro residente aggiunge: “La casa era sempre buia, sembrava disabitata”.
Indagini aperte e attesa per l’autopsia
Gli investigatori stanno provando a ricostruire la storia della famiglia e capire come sia stato possibile che la morte del giovane sia rimasta nascosta così a lungo. I due fratelli sono stati ascoltati a lungo. Al momento non risultano indagati, ma sono considerati testimoni chiave.
Il sindaco Tagliaferri ha annunciato un controllo interno sui protocolli di assistenza sociale: “Dobbiamo capire se ci sono stati segnali che ci siamo persi o se davvero questa famiglia è riuscita a vivere nell’ombra per anni”. La comunità di Campi Bisenzio resta sgomenta e incredula davanti a una storia che ora emerge in tutta la sua drammaticità.
Gli esami medico-legali sul corpo del 32enne saranno decisivi per stabilire le cause della morte e fare finalmente luce su questa vicenda che mette in discussione non solo le indagini, ma anche la rete di supporto sociale del territorio.
