Milano, 16 dicembre 2025 – Gli acquisti di azioni Mediobanca da parte di Delfin e del gruppo Caltagirone non sono frutto di un piano condiviso. Le operazioni si sono svolte in modo indipendente, con tempi e modalità differenti. A chiarirlo è stato oggi Francesco Gaetano Caltagirone durante il Consiglio di Amministrazione della Caltagirone Spa, riunito nella sede di via Barberini a Milano. Un chiarimento che arriva dopo settimane di voci e speculazioni su un possibile legame tra i due maggiori azionisti privati della banca di Piazzetta Cuccia.
Acquisti separati, voti separati
Il presidente Caltagirone ha sottolineato che gli acquisti di azioni Mediobanca da parte di Delfin e del suo gruppo “non sono stati coordinati” e si sono distinti “per entità e tempistiche”. È un dettaglio importante, soprattutto in questo momento delicato per la guida della banca d’affari milanese. Negli ultimi mesi, l’aumento della presenza di Delfin (la holding della famiglia Del Vecchio) e del gruppo Caltagirone nel capitale aveva fatto pensare a un’intesa tra i due. Ma, come ha spiegato lo stesso Caltagirone, le cose non stanno così.
Consigli d’amministrazione, scelte a parte
Un altro punto chiave riguarda il comportamento dei rappresentanti del gruppo Caltagirone nel Consiglio di Amministrazione di Mps (Monte dei Paschi di Siena), chiamato a votare sull’Ops (Offerta pubblica di scambio) su Mediobanca. In quella occasione, i due consiglieri indicati da Caltagirone “hanno scelto di lasciare l’adunanza prima della votazione”, evitando così di prendere parte alla decisione. Un gesto che voleva ribadire la distanza del gruppo romano dalle scelte del board e la propria autonomia rispetto agli altri azionisti importanti.
Delfin e Caltagirone: niente alleanze nascoste
L’ipotesi di un accordo tra Delfin e Caltagirone era circolata spesso, soprattutto dopo le ultime assemblee e i voti su temi cruciali per il futuro di Mediobanca. Ma, come ha spiegato Caltagirone davanti al suo consiglio, “nella maggior parte dei casi le due società hanno votato in modo diverso”. Lo confermano anche i verbali delle assemblee più recenti: in diverse occasioni Delfin e Caltagirone si sono trovati su posizioni opposte, sia sulle nomine sia sulle strategie da seguire.
Il mercato resta cauto
Questa precisazione arriva mentre il titolo Mediobanca tiene una posizione prudente a Piazza Affari. Oggi le azioni hanno chiuso poco sopra i 12 euro, con volumi nella norma per il mese. Gli analisti delle principali banche d’affari, tra cui Equita e Mediobanca Securities, hanno accolto favorevolmente la nota del gruppo Caltagirone, sottolineando come una maggiore chiarezza sulle dinamiche azionarie possa aiutare a ridurre l’incertezza sul futuro della banca.
Che faranno ora i grandi soci?
Ora resta da vedere quali saranno le mosse dei principali azionisti privati di Mediobanca. Delfin, che controlla più del 19%, non ha fatto dichiarazioni ufficiali da settimane. Il gruppo Caltagirone ha invece ribadito la volontà di muoversi “nel rispetto delle regole di mercato” e senza accordi preventivi con altri soci importanti. Una posizione che, almeno per ora, sembra voler calmare le acque tra i protagonisti dell’istituto guidato da Alberto Nagel.
Un equilibrio fragile
In sintesi, oggi il gruppo Caltagirone ha preso una posizione chiara sugli acquisti di azioni Mediobanca. Niente patti con Delfin, nessun coordinamento: solo strategie autonome e voti spesso diversi. Tuttavia, la tensione tra i grandi soci della banca milanese resta alta. Saranno le prossime assemblee a dire se questo equilibrio, ancora fragile, riuscirà a reggere o se si apriranno nuovi scenari nel capitale di uno degli istituti più importanti della finanza italiana.
