Boston, 16 dicembre 2025 – Una nuova terapia sperimentale a base di cellule staminali potrebbe rivoluzionare il modo di trattare il dolore cronico da artrosi, offrendo un’alternativa ai farmaci oppioidi. La novità, presentata ieri al convegno della Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali (Isscr), arriva dalla biotech americana SereNeuro Therapeutics e si chiama SN101. Il trattamento, ancora in fase preclinica, punta a rallentare il degrado della cartilagine e a ridurre l’infiammazione nelle articolazioni.
Un metodo diverso per il dolore articolare
La terapia SN101 utilizza cellule staminali pluripotenti indotte (Ipsc), ottenute facendo tornare le cellule adulte a uno stato “giovane”, come spiegano i ricercatori. Queste cellule vengono poi trasformate in neuroni periferici specializzati, chiamati nocicettori, che normalmente trasmettono il dolore. Ma qui il loro compito cambia: una volta iniettate nell’articolazione colpita dall’artrosi, agiscono come una “spugna”, catturando le sostanze infiammatorie che danneggiano i tessuti.
Secondo gli esperti di SereNeuro Therapeutics, durante la presentazione a Boston, queste cellule non inviano segnali di dolore al cervello. Anzi, rilasciano sostanze che potrebbero aiutare a rigenerare i tessuti articolari. “L’obiettivo – ha detto Daniel Saris, docente di ortopedia e medicina rigenerativa alla Mayo Clinic – non è solo alleviare il dolore, ma modificare il corso della malattia”.
Cosa cambia rispetto ai trattamenti attuali
Oggi, per l’artrosi si usano soprattutto corticosteroidi e antinfiammatori. Questi farmaci però danno solo un sollievo momentaneo e, alla lunga, possono peggiorare la situazione, accelerando la perdita di cartilagine. “I corticosteroidi, infatti, rischiano di aggravare la malattia col passare del tempo”, ha sottolineato Saris. Senza contare il rischio concreto di dipendenza da oppioidi per chi soffre di dolore cronico.
La terapia SN101 vuole invece creare un ambiente più sano nell’articolazione, proteggendo i tessuti e riducendo la necessità di farmaci potenzialmente pericolosi o che possono creare dipendenza. I dati su modelli animali presentati al convegno mostrano che le cellule staminali riescono a bloccare le molecole infiammatorie senza effetti collaterali evidenti.
La strada da percorrere
Nonostante le speranze, la terapia SN101 è ancora lontana dall’essere usata sugli esseri umani. Per ora si trova nelle fasi iniziali di sperimentazione preclinica. Gli scienziati di SereNeuro Therapeutics hanno chiarito che servono ancora molti studi per capire se il trattamento è sicuro ed efficace anche sulle persone. Solo allora si potrà pensare a una vera svolta nella cura dell’artrosi.
“Abbiamo bisogno di terapie che non si limitino a nascondere il dolore, ma che cambino davvero la storia della malattia”, ha detto uno dei ricercatori al convegno. La comunità scientifica segue con attenzione, ma invita alla prudenza, come sempre in questi casi.
Speranze e reazioni nel mondo medico
L’artrosi colpisce milioni di persone nel mondo, soprattutto oltre i 60 anni. Il dolore cronico limita la vita di chi ne soffre e rappresenta una delle prime cause di disabilità negli anziani. Le cure attuali danno risultati limitati e spesso solo temporanei. Per questo ogni nuova proposta suscita grande interesse tra medici e pazienti.
Alla fine della presentazione a Boston, diversi specialisti hanno mostrato curiosità per l’approccio innovativo basato sulle cellule staminali Ipsc. “Se i dati saranno confermati anche negli studi clinici – ha ammesso un ortopedico del Massachusetts General Hospital – potremmo davvero trovarci davanti a un passo avanti importante nella gestione del dolore articolare”.
Per ora, però, la prudenza è d’obbligo. La speranza è che la ricerca possa presto portare nuove risposte concrete a chi convive ogni giorno con il dolore dell’artrosi.
