Disoccupazione negli Usa ai massimi in quattro anni: la Fed si prepara a due tagli dei tassi

Disoccupazione negli Usa ai massimi in quattro anni: la Fed si prepara a due tagli dei tassi

Disoccupazione negli Usa ai massimi in quattro anni: la Fed si prepara a due tagli dei tassi

Matteo Rigamonti

Dicembre 16, 2025

New York, 16 dicembre 2025 – La disoccupazione negli Stati Uniti sale al 4,6% a novembre, toccando il livello più alto dal 2021. Il dato, pubblicato ieri dal Dipartimento del Lavoro alle 14 ora locale, ha subito acceso il dibattito tra analisti e investitori. Secondo diversi esperti, tra cui la società di consulenza Moody’s Analytics, questa crescita conferma la fragilità del mercato del lavoro americano.

Disoccupazione in aumento: i numeri e le cause dietro la crescita

Il rapporto diffuso a Washington segnala un incremento dello 0,2% rispetto a ottobre. Tradotto in cifre, sono circa 7,5 milioni le persone senza lavoro, quasi 400mila in più in un solo mese. Gli esperti puntano il dito su diversi fattori: una domanda interna che rallenta, l’incertezza geopolitica e una politica monetaria più rigida che ha frenato le assunzioni negli ultimi mesi.

Il mercato del lavoro dà segnali di debolezza, soprattutto nei settori manifatturiero e retail”, spiega Mark Zandi, capo economista di Moody’s. “Le aziende assumono con più cautela e alcune hanno già avviato tagli al personale”. Un quadro che riflette anche la prudenza delle famiglie nei consumi e le difficoltà delle imprese a ottenere finanziamenti a costi ragionevoli.

Wall Street reagisce: cosa aspettarsi dalla Fed

Il dato ha avuto un impatto immediato sui mercati: l’indice S&P 500 ha aperto in calo dello 0,7%, mentre il rendimento dei Treasury a dieci anni è sceso al 3,9%. Gli investitori hanno interpretato il dato come un possibile incentivo per la Federal Reserve a rivedere la sua politica sui tassi. “Ora il mercato dà per scontati almeno due tagli dei tassi nel 2026”, commenta Sarah Bloom Raskin, ex governatrice della Fed.

Secondo una media delle previsioni raccolte da Bloomberg, la probabilità che la Fed tagli i tassi già nel secondo trimestre del prossimo anno è salita al 65%. “Il controllo dell’inflazione resta la priorità, ma l’aumento della disoccupazione impone una riflessione”, ha detto un funzionario della banca centrale, che ha preferito restare anonimo.

La realtà dietro i numeri: storie di lavoratori e famiglie

Dietro le statistiche, ci sono volti e storie di persone in difficoltà. A Detroit, alle 8 del mattino davanti a un centro per l’impiego, si incontrano uomini e donne con lo sguardo preoccupato. “Ho perso il lavoro in una catena di supermercati il mese scorso”, racconta John Miller, 42 anni. “Cerco da settimane, ma le offerte scarseggiano e i salari sono bassi”. Situazioni simili si registrano anche a Houston e Chicago, dove le richieste di sussidi di disoccupazione sono aumentate del 12% rispetto all’anno scorso.

Le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme: “L’aumento della disoccupazione rischia di colpire soprattutto chi è più vulnerabile”, avverte Lisa Gomez della National Consumer League. “Molte famiglie stanno già tagliando sulle spese di prima necessità”.

Cosa ci aspetta nel 2026: tra dubbi e attese

Guardando avanti, gli economisti vedono un periodo di transizione. Il report mensile della Federal Reserve Bank di New York prevede un rallentamento nella crescita dell’occupazione nel primo semestre del 2026, prima di una stabilizzazione. “Non pensiamo a un crollo del mercato del lavoro”, spiega Richard Clarida, ex vice presidente della Fed. “Ma serviranno interventi mirati per aiutare la ripresa”.

Nel frattempo, il governo federale sta valutando nuove misure di sostegno. Il segretario al Lavoro Julie Su ha annunciato ieri un piano da 2 miliardi di dollari per la formazione professionale e il reinserimento dei lavoratori over 50. “La priorità è non lasciare indietro nessuno”, ha detto Su durante una conferenza stampa a Capitol Hill.

Il prossimo appuntamento chiave sarà la riunione della Federal Reserve del 28 gennaio. Solo allora si capirà se i dati di novembre sono un campanello d’allarme passeggero o l’inizio di una fase più difficile per l’economia americana. Nel frattempo, resta alta l’attenzione su disoccupazione, mercato del lavoro e sulle prossime mosse della Fed.