Siracusa, 16 dicembre 2025 – Per il Fisco erano in difficoltà economica. E invece vivevano in ville di lusso, con una Lamborghini Urus parcheggiata in garage. È la scoperta fatta dai finanzieri di Siracusa che, nelle ultime ore, hanno denunciato tre persone – due di Siracusa e una di Catania – con l’accusa di ricettazione e vendita di prodotti contraffatti. L’inchiesta, partita qualche mese fa, ha smascherato un giro d’affari milionario nato e cresciuto sui social e su un sito web dedicato.
Ville da sogno e reddito di cittadinanza: un paradosso
La Guardia di Finanza ha ricostruito che due degli indagati percepivano il reddito di cittadinanza, il sostegno statale per famiglie in difficoltà, abolito a inizio 2024. Un dettaglio che stona con lo stile di vita emerso dalle indagini. Durante le perquisizioni, infatti, i militari hanno sequestrato una Lamborghini Urus stimata 270mila euro, oltre a beni mobili e contanti per circa 300mila euro. In una villa con piscina alla periferia sud di Siracusa, hanno trovato migliaia di articoli falsi – borse, vestiti, portafogli, orologi – disposti come in una vera boutique.
“Era un’esposizione di merce contraffatta curata nei minimi dettagli”, ha detto uno degli investigatori. Solo a quel punto è venuto fuori il quadro completo: la villa era uno showroom clandestino, la base di un commercio quasi tutto online.
Social e sito web: il volto digitale del falso
Il fulcro dell’attività erano le dirette streaming su TikTok e Instagram. Qui gli indagati mostravano la merce a centinaia di clienti sparsi in tutta Italia. “Quasi tutte le sere c’era una diretta”, racconta un vicino, “e spesso vedevamo arrivare e partire i corrieri con i pacchi”. Non solo social: i tre avevano anche un sito internet ospitato su server americani, dove ogni prodotto era diviso per marca e categoria, con foto a alta definizione e descrizioni dettagliate. Spesso si leggeva “importazione parallela – qualità AA+ come l’originale”, una frase usata per aggirare le leggi contro la contraffazione.
Gli acquisti si chiudevano online e la consegna veniva affidata a corrieri privati, con pagamento alla consegna. Un meccanismo ben oliato, che ha aiutato gli indagati a tenere un profilo basso con il Fisco. Ma i movimenti bancari raccontano un’altra storia.
Due milioni in cinque anni: il giro d’affari
Analizzando le spedizioni degli ultimi cinque anni, la Guardia di Finanza ha ricostruito un volume d’affari impressionante: circa 12mila articoli falsi venduti in tutta Italia, per un fatturato illecito di oltre due milioni di euro. I guadagni venivano messi ogni mese su vari conti correnti intestati agli indagati, alcuni in Italia, altri in banche estere tra Belgio, Irlanda del Nord e Lituania.
“Abbiamo seguito i flussi di denaro”, ha spiegato il comandante provinciale della Guardia di Finanza, “solo così abbiamo capito quanto fosse grande il giro”. Dai primi accertamenti, i clienti erano sia privati sia piccoli negozi che cercavano rifornimenti a prezzi bassi.
Sequestri e denunce: la stretta della Finanza
Alla fine delle indagini sono scattati i sequestri: oltre alla Lamborghini e ai contanti, sono state messe sotto sequestro la villa-showroom e centinaia di prodotti ancora imballati. I tre dovranno rispondere di ricettazione e vendita di merce contraffatta; per due di loro c’è anche l’accusa di aver preso il reddito di cittadinanza senza averne diritto.
“Il commercio online di prodotti falsi sta crescendo”, ha detto un ufficiale delle Fiamme Gialle. “I social sono diventati una vetrina importante per queste attività illegali”. L’inchiesta va avanti: ora gli investigatori cercano i fornitori e gli eventuali complici che gestivano la logistica. Intanto, la villa con piscina resta sotto sequestro: da showroom del falso a simbolo della lotta contro l’illegalità.
