New York, 16 dicembre 2025 – Un gruppo di ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory ha scoperto che il cancro può stravolgere il ritmo naturale del cervello. Questo impatto influenza la produzione quotidiana dell’ormone dello stress e porta a disturbi come insonnia e ansia. Lo studio, pubblicato su Neuron, è stato fatto su modelli murini e suggerisce che riportare il cervello al suo ritmo normale potrebbe aiutare il corpo a combattere il tumore e a rispondere meglio alle terapie.
Quando il cervello perde il ritmo: il legame con stress e tumore
I ricercatori spiegano che il cervello funziona come un sensore molto preciso di ciò che succede nel corpo. Jeremy Borniger, che ha guidato lo studio, ha detto chiaramente: “I neuroni devono accendersi e spegnersi al momento giusto. Anche un piccolo sfasamento può far saltare l’intero equilibrio cerebrale”. I dati lo confermano: nei topi con tumore della mammella, il rilascio di corticosterone – l’ormone dello stress nei roditori, simile al cortisolo umano – si appiattiva, con un calo del 40-50% nel ritmo già dopo tre giorni dall’insorgenza del tumore.
Ipotalamo iperattivo e sistema immunitario in crisi
Gli scienziati hanno notato che i neuroni nell’ipotalamo, quelli che controllano il rilascio di corticosterone, restano bloccati in uno stato di iperattività. Questo sbilanciamento si presenta prima ancora che il tumore si possa toccare o vedere. “Prima che i tumori fossero visibili o palpabili, abbiamo già registrato un forte calo del ritmo dell’ormone”, ha sottolineato Borniger. Un segnale chiaro che i cambiamenti nel cervello precedono i sintomi fisici della malattia.
Ripristinare il ritmo per dare forza alle difese
Quando hanno provato a riportare il ritmo naturale del cervello nei topi malati, il sistema immunitario ha reagito meglio, riducendo le masse tumorali. “La cosa interessante”, ha aggiunto Borniger, “è che se facciamo questa stimolazione nel momento sbagliato della giornata, non funziona. Bisogna colpire al momento giusto per ottenere una risposta efficace contro il tumore”. Una scoperta che apre nuove strade sul ruolo dei ritmi biologici nella lotta al cancro.
Ritmi sballati, qualità della vita e terapie a rischio
Il lavoro del Cold Spring Harbor Laboratory mostra che la disregolazione dei ritmi cerebrali non peggiora solo la qualità della vita – favorendo insonnia e ansia – ma può anche indebolire le difese immunitarie. Gli autori dicono che intervenire per riportare questi ritmi potrebbe affiancare le terapie tradizionali. Per ora, però, si tratta di risultati ottenuti su modelli animali: serviranno altri studi per capire se vale anche per l’uomo.
Attenzione e futuro: il ruolo del “quando” nelle cure
Gli esperti mettono in guardia: “Siamo ancora in fase sperimentale”, dice Borniger. “Ma questi dati suggeriscono che il momento in cui si dà la terapia può fare la differenza”. Non conta solo il tipo di cura, ma anche quando viene somministrata. Se confermato da studi clinici futuri, potrebbe cambiare il modo di affrontare la malattia.
Per ora, questa ricerca apre una nuova strada sul rapporto tra cervello, ritmi biologici e tumori. Un campo ancora poco studiato, ma con grandi potenzialità per il futuro.
