Petrolio in discesa a New York: il prezzo scende a 55,66 dollari

Petrolio in discesa a New York: il prezzo scende a 55,66 dollari

Petrolio in discesa a New York: il prezzo scende a 55,66 dollari

Matteo Rigamonti

Dicembre 16, 2025

New York, 16 dicembre 2025 – Le quotazioni del petrolio hanno subito un netto calo oggi a New York, con il prezzo del barile che ha chiuso a 55,66 dollari, in ribasso del 2,04%. Un segnale che, secondo gli operatori, riflette le incertezze sulla domanda globale e le tensioni geopolitiche ancora vive nei mercati energetici.

Petrolio in calo: cosa sta succedendo davvero

Gli esperti spiegano che la discesa del prezzo del greggio nasce da più fattori. Da un lato, la domanda mondiale sembra più debole del previsto. “I dati sulle scorte americane e le revisioni al ribasso delle previsioni di crescita hanno pesato sulle aspettative”, ha detto Mark Evans, responsabile della ricerca materie prime in una banca di New York. Dall’altro, le tensioni in Medio Oriente, almeno per ora, non hanno scosso l’offerta, lasciando così spazio a una correzione dei prezzi.

Questo calo si inserisce in una fase di alta volatilità che va avanti da settimane. Solo una settimana fa, il WTI (West Texas Intermediate) viaggiava sopra i 57 dollari. Poi una serie di dati macroeconomici deludenti – come la produzione industriale cinese e il rallentamento della domanda europea – ha spinto gli investitori a rivedere le loro posizioni.

Effetti sui mercati e sulle compagnie energetiche

Il calo del prezzo del petrolio ha impattato subito sulle principali borse mondiali. A Wall Street, i titoli delle big del settore come ExxonMobil e Chevron hanno perso terreno fin dall’apertura. “Il settore petrolifero resta sotto pressione”, ha commentato un trader poco dopo l’avvio degli scambi. Anche in Europa il comparto energia ha chiuso in rosso, con perdite tra l’1% e il 2% per i principali titoli.

Gli operatori sottolineano che il prezzo di 55,66 dollari al barile è tra i più bassi degli ultimi mesi. Un livello che potrebbe pesare sui bilanci delle aziende di estrazione e raffinazione, soprattutto quelle con costi più alti. “Se la tendenza continua, alcune società potrebbero dover rivedere i loro piani di investimento”, ha aggiunto un analista.

Domanda globale e scenari per il futuro

Le prospettive per il petrolio restano incerte. Da una parte, l’OPEC+ conferma che manterrà i tagli alla produzione almeno fino al prossimo trimestre, cercando di sostenere i prezzi. Dall’altra, la produzione americana, soprattutto quella da shale oil, continua a crescere, mettendo pressione al ribasso.

Secondo l’Energy Information Administration (EIA), la produzione Usa potrebbe toccare nuovi record entro fine anno. “Il mercato cerca un equilibrio tra offerta abbondante e domanda che fatica a decollare”, ha spiegato un esperto intervistato da alanews.it. Nei prossimi mesi capiremo se questo prezzo è un nuovo punto di partenza o solo una tappa in un momento ancora incerto.

Cosa significa per i consumatori e i prezzi alla pompa

Il calo del petrolio potrebbe portare a una riduzione dei prezzi dei carburanti per gli automobilisti. Ma, avvertono le associazioni dei consumatori americane, l’effetto non sarà subito visibile: “Serviranno alcune settimane prima che il calo si rifletta alla pompa”, ha spiegato un portavoce della AAA (American Automobile Association). In Europa, invece, la situazione è più complicata per via delle tasse e delle oscillazioni valutarie.

Nel frattempo, i distributori di carburante tengono d’occhio l’andamento internazionale. In Italia, secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il prezzo medio della benzina è rimasto stabile nelle ultime settimane, ma non si escludono variazioni a breve.

Un mercato ancora tutto da decifrare

Insomma, la giornata di oggi a New York conferma la fragilità del mercato petrolifero mondiale. Le quotazioni scese a 55,66 dollari al barile lanciano un campanello d’allarme per investitori, aziende e consumatori. Solo nelle prossime settimane si capirà se si tratta di un aggiustamento passeggero o dell’inizio di una nuova fase di calo per il settore energetico globale.