Washington, 16 dicembre 2025 – Kevin Hassett, consigliere economico della Casa Bianca, si trova al centro di una trattativa delicata: la sua possibile nomina a presidente della Federal Reserve sta incontrando forti resistenze all’interno dello stesso entourage di Donald Trump. A Washington, nelle ultime ore, le voci di un acceso confronto tra i principali alleati dell’ex presidente e lo staff economico della Casa Bianca si fanno sempre più insistenti, come riportato da CNBC.
Fed, spaccatura tra i repubblicani sul nome di Hassett
La candidatura di Hassett – già presidente del Council of Economic Advisers sotto Trump – non convince una parte importante dei consiglieri repubblicani. Alcuni, riferiscono fonti vicine al partito, temono che il suo legame stretto con l’ex presidente possa essere visto dai mercati come un segnale di scarsa indipendenza della Federal Reserve. “C’è il timore che la Fed venga percepita come troppo politicizzata”, ha detto un collaboratore anonimo del GOP, contattato lunedì sera.
L’indipendenza della Fed sotto la lente
Il nodo dell’indipendenza della Federal Reserve resta il fulcro del dibattito economico negli Stati Uniti. Da sempre la banca centrale americana è considerata un’istituzione autonoma rispetto al governo. Ma questa autonomia potrebbe essere messa in discussione da una nomina vista come troppo vicina alla Casa Bianca. “I mercati sono molto sensibili a queste dinamiche”, ha spiegato Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics, intervistato dalla CNBC. Per Zandi, una Fed guidata da una figura troppo legata a Trump potrebbe “minare la fiducia degli investitori internazionali nel dollaro”.
Mercati in allerta per la possibile nomina
Negli ultimi giorni, le indiscrezioni su Hassett hanno già mosso i mercati finanziari. Lunedì mattina, il rendimento dei Treasury decennali è sceso leggermente, mentre il dollaro ha mostrato segni di nervosismo contro euro e yen. “Gli operatori seguono con attenzione ogni mossa della Casa Bianca”, ha spiegato un trader di Wall Street, che ha preferito restare anonimo. Per alcuni analisti, anche solo l’ipotesi di una Fed meno indipendente potrebbe far salire il rischio paese degli Stati Uniti.
Chi è Kevin Hassett e perché divide
Classe 1962, economista di formazione, Hassett è uno dei principali artefici della riforma fiscale di Trump del 2017. Ha lavorato a lungo all’American Enterprise Institute e ha un solido background accademico. Ma oggi proprio il suo legame con Trump è un problema. “Non è una questione di competenze”, ha confidato un ex funzionario del Tesoro, “ma del messaggio che si rischia di dare ai mercati e agli alleati internazionali”. Nel gruppo repubblicano la discussione è ancora aperta: alcuni vedono in Hassett una garanzia di continuità, altri temono che possa compromettere la credibilità della Fed.
Il futuro della presidenza Fed: possibili scenari
Non è chiaro se la Casa Bianca andrà avanti con Hassett o se sta guardando ad altri nomi. CNBC parla di altri economisti vicini ai repubblicani ma meno divisivi. La decisione finale potrebbe arrivare già nelle prossime settimane, in vista del rinnovo dei vertici della Federal Reserve previsto per il primo trimestre del 2026.
La posta in gioco politica e finanziaria
La scelta del presidente della Fed non è solo una questione economica, ma ha anche un peso politico, soprattutto in vista delle presidenziali del 2028. Una mossa sbagliata – o percepita come tale – potrebbe mettere a rischio la stabilità finanziaria degli Stati Uniti, in un momento già segnato da tensioni geopolitiche e da un’inflazione che non molla. “Serve equilibrio”, ha ammesso un senatore repubblicano durante una riunione a porte chiuse. Solo allora si capirà quale strada prenderà davvero la politica monetaria americana nei prossimi anni.
