Trump supera il primo mandato con 221 ordini esecutivi firmati finora

Trump supera il primo mandato con 221 ordini esecutivi firmati finora

Trump supera il primo mandato con 221 ordini esecutivi firmati finora

Matteo Rigamonti

Dicembre 16, 2025

Washington, 16 dicembre 2025 – In meno di un anno dal suo ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha già firmato più ordini esecutivi di quanti ne avesse messi nero su bianco in tutto il primo mandato. Un’accelerazione senza precedenti, che secondo il Washington Post segna un cambio di passo nell’uso di questo strumento per bypassare il Congresso e spingere i tribunali a decidere sui limiti del potere presidenziale.

Trump spinge forte sugli ordini esecutivi

Lunedì mattina, alle 10 in punto, Trump ha firmato il suo 221° ordine esecutivo del secondo mandato. Lo ha fatto nello Studio Ovale, davanti a pochi consiglieri e qualche giornalista. Il provvedimento in questione dichiara il fentanyl “arma di distruzione di massa”. Dietro questa scelta c’è la volontà di intensificare la lotta contro il traffico di oppioidi sintetici. Ma, dicono alcuni esperti, questa mossa potrebbe sollevare nuovi dubbi sui poteri del presidente in materia di sicurezza interna.

Da quando è tornato a guidare il Paese a gennaio, Trump ha usato gli ordini esecutivi per imporre dazi pesanti, punire avversari politici e intervenire su temi caldi come l’immigrazione e perfino la regolazione della pressione dell’acqua nelle docce. “Non possiamo restare fermi mentre il Congresso resta bloccato”, ha confidato un consigliere presidenziale al termine della firma.

Un terzo degli ordini finito in tribunale

Secondo un’inchiesta del Washington Post basata su dati di CourtListener e JustSecurity, circa un terzo degli ordini firmati da Trump è stato contestato in tribunale entro il 12 dicembre. Questo mostra quanto stia crescendo lo scontro tra la Casa Bianca e il sistema giudiziario federale. Spesso i giudici si sono trovati a dover decidere se quegli ordini fossero o meno costituzionali, bloccandone l’applicazione almeno per il momento.

“Non vedevamo una tensione così forte tra i poteri da decenni”, spiega David Pozen, docente di diritto alla Columbia University. “La rapidità con cui arrivano questi ordini mette davvero sotto pressione il sistema di pesi e contrappesi.”

Potere esecutivo in ascesa, Congresso bloccato

Accentramento del potere presidenziale e Congresso paralizzato non sono una novità nella storia americana. Già dal secolo scorso, i presidenti hanno usato gli ordini esecutivi per aggirare un Parlamento spesso fermo. Ma gli analisti sottolineano come Trump abbia portato questa tendenza a un nuovo livello, accelerando un processo in corso da tempo. Il motivo? Un Congresso sempre più diviso e incapace di legiferare.

“Il Congresso è spaccato e non riesce a fare leggi”, ammette un ex funzionario della Camera. “In questo vuoto, il presidente si muove con i propri strumenti.” Ma questa frequenza di interventi fa sorgere dubbi sulla tenuta della democrazia americana.

Reazioni divise: tra applausi e allarmi

Non sono mancate le risposte politiche. I sostenitori di Trump parlano di una “leadership necessaria” in tempi di stallo. I democratici, invece, gridano al rischio di una “deriva autoritaria” e chiedono ai giudici di fermare l’espansione dei poteri presidenziali. “Non possiamo lasciare che un solo uomo decida tutto”, ha detto la senatrice Elizabeth Warren in un’intervista alla CNN.

Fuori dalla Casa Bianca, nel pomeriggio, alcuni manifestanti hanno protestato contro l’ultimo ordine sul fentanyl. “Certo che serve una risposta al problema della droga”, ha detto uno studente della George Washington University, “ma non in questo modo”.

Cosa ci aspetta

Resta da vedere quali saranno gli effetti di questa strategia nel tempo. Gli esperti avvertono che molti ordini potrebbero essere bloccati o modificati dai tribunali. Alcuni potrebbero essere cancellati da futuri presidenti o dal Congresso, se tornerà a legiferare con più forza.

Per ora, però, la Casa Bianca non sembra intenzionata a fermarsi. “Il presidente continuerà a usare tutti gli strumenti a disposizione”, ha detto un portavoce lunedì sera. La partita tra i poteri dello Stato americano resta aperta e molto combattuta.