Un tesoro preistorico: migliaia di orme di dinosauri trovate nel Parco dello Stelvio

Un tesoro preistorico: migliaia di orme di dinosauri trovate nel Parco dello Stelvio

Un tesoro preistorico: migliaia di orme di dinosauri trovate nel Parco dello Stelvio

Giada Liguori

Dicembre 16, 2025

Bormio, 16 dicembre 2025 – Nel cuore del Parco dello Stelvio, in provincia di Sondrio, sono state ritrovate migliaia di orme di dinosauri risalenti a circa 210 milioni di anni fa. A firmare la scoperta sono la Regione Lombardia e il paleontologo Cristiano Dal Sasso del Museo di Storia Naturale di Milano, che non ha dubbi: questo è “il più grande sito di orme di dinosauri delle Alpi e uno dei più importanti al mondo”. Le tracce, ben visibili sulle pareti di dolomia quasi verticali, si estendono per centinaia di metri e conservano addirittura i segni di dita e artigli.

Una scoperta che cambia la storia delle Alpi

Dal Sasso parla senza mezzi termini: si tratta “probabilmente della più grande scoperta sui dinosauri italiani dopo il famoso fossile di Ciro, trovato in Abruzzo negli anni Novanta”. Il sito si stende per chilometri nella Valle di Fraele, a due passi da Bormio, e rappresenta un patrimonio che, secondo l’esperto, “ci vorranno decenni per studiare a fondo”. Oggi le orme sono quasi in verticale, ma un tempo quei dinosauri camminavano su pianure costiere lambite dalle acque calde dell’Oceano Tetide, in un ambiente che assomigliava alle attuali zone tropicali. I movimenti della crosta terrestre hanno poi sollevato quelle rocce fino a formare la catena alpina.

Le orme raccontano storie di branchi e di vita

Le impronte sono così nitide da far vedere dettagli come dita e artigli, e alcune misurano fino a 40 centimetri. “Le camminate parallele – spiega Dal Sasso – indicano branchi che si muovevano insieme. Ma ci sono anche tracce di comportamenti più complessi: gruppi che si radunavano in cerchio, forse per difendersi”. Le prime analisi dicono che le orme appartengono a prosauropodi del Triassico Superiore, erbivori dal collo lungo e la testa piccola, antenati dei grandi sauropodi come il brontosauro. Questi animali robusti avevano artigli appuntiti su mani e piedi e potevano superare i dieci metri da adulti.

Una scoperta “per caso” in un luogo difficile

È stato un colpo di fortuna. Il 14 settembre scorso, il fotografo naturalista Elio Della Ferrera era in zona per fotografare cervi e gipeti. Mentre camminava nella Valle di Fraele, ha notato le orme sulla roccia e ha subito scattato foto da inviare a Dal Sasso e alla Soprintendenza. “Il sito non è raggiungibile con sentieri”, precisa il paleontologo, “per studiarlo serviranno droni e strumenti di telerilevamento”. Una sfida non da poco, ma che non ferma la voglia di approfondire.

Un patrimonio che guarda al futuro

La scoperta ha attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale. In Svizzera e Germania sono già stati trovati scheletri simili, ma mai una concentrazione così grande di tracce fossili sulle Alpi italiane. “Questo posto era davvero pieno di dinosauri”, racconta Dal Sasso. “Abbiamo davanti un tesoro che ci aiuterà a capire la vita preistorica delle nostre montagne”. La Regione Lombardia ha già annunciato l’impegno a proteggere l’area e a sostenere nuove ricerche.

Il tesoro nascosto prima delle Olimpiadi

La notizia arriva a meno di due mesi dall’inizio dei Giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026, mettendo sotto i riflettori le Alpi valtellinesi non solo per lo sport, ma anche per la scienza. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, parla di “un’occasione straordinaria per far conoscere il territorio”. Intanto, la comunità locale osserva con curiosità e orgoglio la “valle dei dinosauri”, consapevole che tra quelle rocce si nasconde una storia lunga milioni di anni.

Gli esperti avvertono: ci vorranno anni, forse decenni, per analizzare tutte le piste e capire davvero come vivevano quei dinosauri. Ma una cosa è chiara: il Parco dello Stelvio entra ora di diritto tra i grandi siti paleontologici d’Europa.