Assolto il guaritore Orfeo Bindi: la verità sulle sue cure contro Covid e tumori

Assolto il guaritore Orfeo Bindi: la verità sulle sue cure contro Covid e tumori

Assolto il guaritore Orfeo Bindi: la verità sulle sue cure contro Covid e tumori

Matteo Rigamonti

Dicembre 17, 2025

Rimini, 17 dicembre 2025 – Orfeo Bindi, settantenne conosciuto in Romagna come “il guaritore”, è stato condannato a dieci mesi di carcere e a una multa dal tribunale di Rimini per aver esercitato abusivamente la professione di omeopata e per aver violato i sigilli posti su confezioni di erbe medicinali. L’uomo, che sosteneva di curare Covid e tumori con rimedi naturali, è stato però assolto dall’accusa di truffa. La sentenza, arrivata ieri mattina nel palazzo di giustizia di via Carlo Alberto Dalla Chiesa, chiude il primo grado di un’inchiesta che aveva già attirato l’attenzione pubblica nel 2023.

Guaritore condannato per esercizio abusivo: cosa ha deciso il tribunale

Secondo la procura, Bindi avrebbe prescritto a decine di clienti – almeno una trentina – una serie di “polverine” e preparati a base di erbe, promettendo benefici contro malattie che vanno dal raffreddore fino al cancro e al Covid. L’indagine è nata dopo un servizio di Striscia la Notizia, che aveva ripreso il sedicente guaritore nel suo studio di Santarcangelo. La Guardia di Finanza, guidata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, aveva sequestrato erbe e documenti.

Il giudice ha stabilito che Bindi ha esercitato senza titolo e ha infranto i sigilli messi dall’autorità giudiziaria su alcuni prodotti. Ma nessuno dei clienti sentiti in aula si è detto truffato. “Non mi ha mai promesso miracoli, mi ha solo consigliato delle erbe”, ha raccontato uno dei testimoni. Nessuno si è costituito parte civile. Per questo è arrivata l’assoluzione dal reato di truffa.

Testimoni e difesa: “Nessun inganno, nessun danno”

Durante il processo, la pubblica accusa, rappresentata dal vice pm onorario Simona Bagnaresi, ha fatto testimoniare molti clienti di Bindi. Ma le loro parole hanno smorzato l’accusa: “Non mi sono mai sentita ingannata”, ha detto una donna di Rimini. Altri hanno raccontato di aver speso pochi euro per le erbe, senza mai ricevere garanzie di guarigione.

L’avvocato difensore, Antonio Giacomini, ha sottolineato che “non è emersa alcuna prova di danno o raggiro ai clienti”. Giacomini ha già annunciato ricorso in appello: “Anche la condanna per esercizio abusivo è ingiusta, perché Bindi non si è mai spacciato per medico”.

Il servizio di Striscia la Notizia e le conseguenze

La vicenda è scoppiata a gennaio 2023, quando le telecamere di Striscia la Notizia hanno filmato Bindi mentre spiegava le sue “cure” a base di erbe. Il servizio ha fatto molto rumore, anche a livello nazionale, spingendo l’Ordine dei Medici a intervenire. Poco dopo, il giudice per le indagini preliminari ha sospeso l’attività del settantenne.

Secondo gli atti, Bindi avrebbe continuato a vendere i suoi preparati anche dopo che la Guardia di Finanza aveva messo i sigilli. Da qui l’accusa – confermata in sentenza – di violazione dei sigilli. “Non pensavo fosse un reato grave”, avrebbe detto l’uomo durante l’interrogatorio.

Reazioni e futuro: il caso Bindi non si chiude qui

La sentenza ha diviso l’opinione pubblica locale. Alcuni clienti storici hanno espresso solidarietà a Bindi: “Mi ha sempre aiutato con le sue erbe”, ha detto un uomo all’uscita del tribunale. Altri invece hanno sottolineato l’importanza di stare attenti a chi promette cure non riconosciute dalla medicina ufficiale.

La procura valuterà se fare appello sull’assoluzione per truffa. Intanto, il legale dell’imputato prepara la battaglia in secondo grado. “Andremo avanti – ha detto Giacomini – perché crediamo nella buona fede del mio assistito”.

Il caso Bindi riapre il dibattito sulle terapie alternative e sui limiti della legge in tema di salute pubblica. In attesa dell’appello, resta il monito delle autorità sanitarie: “Affidarsi solo a professionisti riconosciuti”, ha ricordato ieri pomeriggio il direttore dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori.