Roma, 17 dicembre 2025 – Il governo ha deciso di alzare di molto le aliquote del credito d’imposta nella Zes unica per i settori dell’agricoltura, pesca e acquacoltura, come si legge nell’emendamento alla legge di bilancio. La misura, che scatterà dal prossimo anno, riguarda micro, piccole e medie imprese impegnate nella produzione primaria di prodotti agricoli e nel settore forestale, ma anche le grandi aziende che operano nello stesso ambito. L’obiettivo è chiaro: dare una spinta a investimenti e rilanciare settori chiave per il Sud e per tutta l’economia italiana.
Aliquote alle stelle per spingere gli investimenti
Nel testo dell’emendamento si legge che le aliquote del credito d’imposta saliranno al 58,7839% per micro, piccole e medie imprese e al 58,6102% per le grandi. Un salto enorme rispetto ai valori prima in vigore, che erano rispettivamente del 15,2538% e del 18,4805%. Il provvedimento vale per gli investimenti fatti nelle aree della Zona Economica Speciale unica, creata per dare una mano allo sviluppo economico del Mezzogiorno.
Da Palazzo Chigi spiegano che questo aumento nasce dall’urgenza di “lanciare un segnale concreto a settori in difficoltà, messi sotto pressione dall’aumento dei costi energetici e dalle incertezze dei mercati internazionali”. Il testo dell’emendamento sottolinea anche che la misura vuole “rafforzare la competitività delle imprese italiane e favorire la crescita occupazionale nelle regioni meridionali”.
Quanto costerà e come verrà finanziato
L’aumento delle aliquote peserà sulle casse dello Stato per 133,289 milioni di euro. Il Ministero dell’Economia assicura che questa cifra sarà coperta riorganizzando le risorse già destinate alla Zes unica e con fondi extra previsti dalla legge di bilancio. “Abbiamo valutato con attenzione la sostenibilità della misura – ha detto un funzionario del Mef – e crediamo che l’impatto si possa gestire senza problemi nei conti pubblici”.
Nella relazione tecnica allegata si evidenzia che l’incremento dovrebbe tradursi in un aumento degli investimenti privati nei settori agricolo, forestale e della pesca. “Ci aspettiamo una risposta positiva da parte delle imprese – ha aggiunto la fonte ministeriale – soprattutto nelle regioni dove la Zes unica rappresenta un’occasione concreta di rilancio”.
Le reazioni del mondo agricolo e delle imprese
Le associazioni di categoria hanno accolto con favore la notizia. Coldiretti parla di “un passo avanti importante per sostenere la filiera agroalimentare italiana”. Confagricoltura sottolinea come il credito d’imposta potenziato possa “spingere l’innovazione tecnologica e la transizione ecologica nelle campagne”. Anche Federpesca apprezza l’inclusione del settore ittico tra i beneficiari.
Non sono però mancate richieste di chiarimenti sulle modalità di accesso agli incentivi. “Serve garantire tempi certi per poter usufruire degli incentivi – ha detto Dino Scanavino, presidente di Cia-Agricoltori Italiani –. Le imprese hanno bisogno di strumenti semplici e procedure rapide”. Il nodo della burocrazia resta quindi centrale nel dibattito sulle politiche di sostegno al settore primario.
Cosa succederà ora e quali i prossimi passi
L’emendamento passerà nelle prossime settimane all’esame delle commissioni parlamentari. Fonti della maggioranza parlano di pochi cambiamenti sostanziali, anche se qualche dettaglio tecnico potrebbe essere sistemato durante l’iter. Il governo punta a chiudere la partita entro fine anno, per far partire le nuove aliquote già dai primi mesi del 2026.
Intanto, le imprese aspettano indicazioni chiare sulle procedure da seguire per accedere al credito d’imposta potenziato. “Solo allora potremo capire davvero se la misura funziona”, confida un imprenditore agricolo della provincia di Foggia. Tra gli addetti ai lavori però c’è un cauto ottimismo: si spera che gli incentivi più forti portino a nuovi investimenti e a posti di lavoro stabili nelle zone più deboli del Paese.
