Giovanna Ferrari: la bolognese che conquista la shortlist degli Oscar con Éiru

Giovanna Ferrari: la bolognese che conquista la shortlist degli Oscar con Éiru

Giovanna Ferrari: la bolognese che conquista la shortlist degli Oscar con Éiru

Giada Liguori

Dicembre 17, 2025

Bologna, 17 dicembre 2025 – L’Italia tiene viva la speranza agli Oscar 2026 grazie ai cortometraggi di animazione. E questa volta la voce arriva da Bologna, con due lavori che portano la firma della città emiliana. Da un lato c’è ‘Playing God’, un piccolo gioiello di sette minuti in stop-motion realizzato da un gruppo di artisti proprio sotto i portici bolognesi. Dall’altro, ‘Éiru’, firmato da Giovanna Ferrari, bolognese classe 1979, ora a Kilkenny, in Irlanda, dove lavora come head of story e disegnatrice per il noto studio Cartoon Saloon.

Giovanna Ferrari, la bolognese che sogna l’Irlanda

Dal 2015 a Kilkenny, Ferrari si mette alla prova con ‘Éiru’, il suo primo corto da regista e sceneggiatrice. Un racconto disegnato in un 2D semplice ma vivace, che segue una bambina dai capelli color fiamma nell’Irlanda dei Celti. “I miei colleghi sono abituati a vedere i loro lavori avanzare nelle votazioni dell’Academy. Per me è una gioia enorme! Avevo paura di deluderli. Sono davvero fiera di essere tra i 15 corti più votati su oltre 110 da tutto il mondo”, ha raccontato Ferrari, raggiunta al telefono nella sua casa irlandese, tra messaggi ai genitori e telefonate con gli amici.

Dietro al corto c’è la produttrice Nora Twomey, già candidata all’Oscar con ‘The Breadwinner’ e figura di rilievo nello studio. Ferrari non è certo una nuova arrivata: “Da quando sono in Cartoon Saloon ho lavorato a due lungometraggi finiti in cinquina – ‘Song of the Sea’ e ‘WolfWalkers’ – oltre a ‘My Father’s Dragon’ su Netflix e ‘Screecher’s Reach’ per Lucasfilm…”, ha ricordato con orgoglio.

Da Bologna a Kilkenny, con una tappa a Parigi

Il cammino di Giovanna Ferrari inizia a Bologna, dove frequenta il liceo scientifico, poi il Centro Nazionale di Cinematografia a Torino. Dieci anni a Parigi le aprono le porte dell’animazione europea. “Entrare a Cartoon Saloon era il mio sogno: pochi in Europa fanno lungometraggi 2D di questa qualità”, ha spiegato la regista.

Dopo i premi raccolti in festival come il RiverRun International Film Festival, il Dublin Animation Film Festival, il Fantasia International Film Festival e l’Animation is Film di Los Angeles, ‘Éiru’ si prende un posto nella shortlist degli Oscar. Un traguardo che Ferrari vive con orgoglio ma anche con un pizzico di ansia: il 22 gennaio saranno annunciate le nomination ufficiali.

Ecologia, guerra e crescita: la storia di ‘Éiru’

Il cuore di ‘Éiru’ è una bambina che vuole diventare guerriera, ma è la più piccola del suo clan nell’Età del Ferro. Quando il pozzo del villaggio si prosciuga senza spiegazioni, solo lei ha il coraggio di scendere nel ventre della terra per capire cosa sta succedendo. “È una storia che parla di ecologia, certo, ma anche di quanto sia assurda la guerra e di come spesso si usi il prossimo come capro espiatorio”, ha spiegato Ferrari.

Il corto mescola temi attuali e suggestioni antiche, con uno sguardo che unisce sensibilità moderne e tradizioni celtiche. “Aspetto il 22 gennaio per sapere se sarò al Dolby Theatre. Sarebbe un sogno”, confida la regista.

Bologna brilla anche con ‘Playing God’

A fianco di ‘Éiru’, l’Italia porta agli Oscar anche ‘Playing God’. Nato da un gruppo di amici-artisti bolognesi, il corto ha conquistato il pubblico internazionale grazie a una produzione interamente in stop-motion, realizzata sotto i portici della città.

Questa volta, l’Italia punta sull’animazione e sulla creatività dei suoi giovani talenti. Un settore che, partendo da realtà locali come Bologna, riesce ancora a farsi sentire nel mondo.