Lula lancia l’ultimatum: accordo Ue-Mercosur, è il momento decisivo

Lula lancia l'ultimatum: accordo Ue-Mercosur, è il momento decisivo

Lula lancia l'ultimatum: accordo Ue-Mercosur, è il momento decisivo

Matteo Rigamonti

Dicembre 17, 2025

Brasilia, 17 dicembre 2025 – Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva non nasconde la sua delusione per il blocco sull’accordo commerciale tra Mercosur e Unione Europea, un’intesa che dopo ventisei anni di trattative rischia di saltare proprio sul più bello. Durante una riunione del Consiglio dei ministri a Brasilia, Lula ha raccontato che il vertice del Mercosur, inizialmente fissato per il 2 dicembre, è stato spostato al 20 per una richiesta di Bruxelles, proprio per dare tempo all’Ue di chiudere l’accordo. “E ora scopro che non verrà approvato”, ha detto il presidente con un tono che tradiva stanchezza e irritazione.

Mercosur-Ue, 26 anni di trattative sull’orlo del fallimento

Lula lancia un avvertimento chiaro: se non si trova una soluzione entro la fine del suo mandato, il Brasile non firmerà l’accordo. “L’ho già detto: se non si fa ora, con me non si firma”, ha ribadito. Quel negoziato, iniziato nel 1999, coinvolge più di 722 milioni di persone tra i paesi del Mercosur – Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay – e i membri dell’Unione Europea. L’obiettivo è semplice: abbattere dazi e ostacoli per favorire scambi e investimenti tra due grandi aree del mondo.

La Francia e l’Italia al centro delle tensioni

Lula non ha risparmiato critiche ai partner europei. “Macron non vuole firmare per proteggere gli agricoltori, e l’Italia… non si capisce bene perché si tira indietro”, ha detto. La Francia è da sempre contraria all’intesa, preoccupata dalla concorrenza nel settore agricolo, mentre l’Italia sembra avere posizioni più confuse. Secondo Lula, il Mercosur ha già fatto tutto il possibile: “Noi del Brasile e del Mercosur abbiamo ceduto tutto ciò che potevamo”, ha sottolineato davanti ai ministri.

Un appello a difendere il multilateralismo

Nel suo discorso, Lula ha fatto un appello chiaro a difendere il multilateralismo, mettendo l’accordo come un ponte tra due continenti, proprio quando “c’è un presidente degli Stati Uniti che spinge per l’unilateralismo”. Il riferimento, abbastanza diretto, è alla politica commerciale americana degli ultimi anni, spesso basata su misure protezionistiche e accordi bilaterali. “Questo è un accordo che favorisce più l’Europa che il Mercosur”, ha aggiunto, lasciando intuire che la pazienza dei paesi sudamericani sta per finire.

Reazioni contrastanti e un clima di incertezza

Lo stop ha scatenato reazioni diverse in Sudamerica e in Europa. A Bruxelles, fonti diplomatiche confermano che restano punti di disaccordo, soprattutto sulle norme ambientali e sulle tutele per i prodotti agricoli europei. In Francia, il governo di Macron insiste sulla necessità di proteggere gli agricoltori e di garantire standard elevati nella lotta alla deforestazione. L’Italia, invece, mantiene una posizione più vaga: secondo ambienti vicini al Ministero degli Esteri, Roma vorrebbe maggiori garanzie per alcuni settori industriali.

Un futuro incerto per il commercio tra Europa e Sudamerica

Se l’accordo dovesse saltare, le conseguenze sarebbero pesanti. Le economie sudamericane rischierebbero di perdere un’occasione importante per aprirsi a nuovi mercati, mentre le imprese europee vedrebbero rallentare i loro progetti in America Latina. “Aspettiamo questo accordo da ventisei anni”, ha ricordato Lula, sottolineando che la posta in gioco è alta, non solo dal punto di vista economico ma anche politico. Solo allora si capirà se prevarranno gli interessi nazionali o la volontà di costruire un’area di libero scambio tra due grandi regioni del mondo.

Per ora resta solo la frustrazione di un negoziato che sembrava arrivato al traguardo e invece rischia di bloccarsi di nuovo. Lula è stato chiaro: “Se non si fa ora, il Brasile non firmerà”. Eppure, nei corridoi di Brasilia e Bruxelles, nessuno sembra pronto a mettere la parola fine.