Milano, 17 dicembre 2025 – Il petrolio riprende quota nella mattinata di oggi. Il WTI si porta a 56,03 dollari al barile, con un aumento dello 0,76%, mentre il Brent sale a 59,70 dollari, in rialzo dello 0,78%. Nelle prime ore di contrattazione sui mercati internazionali si respira una certa cautela. Gli operatori restano in attesa, in un clima ancora segnato da tensioni geopolitiche e dati economici contrastanti.
Petrolio in rialzo, ma senza eccessi
Le principali piattaforme di trading registrano un avvio di giornata con un pizzico di ottimismo. Il WTI, punto di riferimento per gli Stati Uniti, ha superato i 56 dollari poco dopo le 9 ora italiana. Il Brent, invece, si è spinto fino a 59,70 dollari. Secondo gli esperti, si tratta soprattutto di un rimbalzo tecnico dopo le pressioni al ribasso delle settimane scorse. Lo spiega bene Giovanni Rinaldi, strategist energetico di una banca d’investimento milanese: “È un movimento che segue le spinte negative recenti, più che un cambio di tendenza deciso”.
Cosa spinge il prezzo: tensioni e domanda incerta
Dietro la leggera ripresa del prezzo del petrolio ci sono diversi fattori. Le tensioni in alcune zone chiave, soprattutto nel Medio Oriente, tengono alta l’attenzione degli investitori. Ma pesa anche l’incertezza sulla domanda globale. “Il mercato cerca segnali chiari sulla ripresa dell’economia mondiale”, sottolinea Rinaldi. Solo ieri, l’OPEC ha pubblicato una nota in cui prevede una crescita moderata dei consumi per i primi mesi del 2026. Ma tutto dipenderà dall’andamento della produzione industriale in Asia e negli Stati Uniti.
Mercati europei guardano con prudenza
Anche in Europa si procede con cautela. A Piazza Affari i titoli dell’energia hanno aperto in leggero rialzo: Eni ha guadagnato lo 0,5%, mentre Saipem ha viaggiato poco sopra la parità. “Gli operatori per ora stanno alla finestra”, dice un trader milanese. “Aspettano i dati sulle scorte di petrolio negli Stati Uniti, che escono nel pomeriggio”. Secondo l’Energy Information Administration, le riserve americane potrebbero segnare una lieve contrazione rispetto alla settimana scorsa.
Prezzi alla pompa, l’effetto si vede subito
L’andamento del petrolio si fa sentire anche alla pompa. Questa mattina, in alcune stazioni di Milano, la benzina verde si vendeva a 1,82 euro al litro, il gasolio intorno a 1,74 euro. “Ogni variazione del prezzo del barile si riflette quasi subito sui listini”, spiega Federica Colombo, responsabile di un distributore a Porta Romana. Le associazioni dei consumatori invitano a tenere alta la guardia: “Stiamo seguendo con attenzione l’evoluzione dei prezzi”, dice Massimiliano Dona, presidente di Altroconsumo.
Sul piano internazionale: attesa e incognite
Gli occhi restano puntati sulle prossime mosse dell’OPEC+ e sulle decisioni della Federal Reserve sui tassi. “Un taglio alla produzione potrebbe spingere ancora più in alto i prezzi”, osserva Rinaldi. Ma restano molti dubbi, soprattutto sull’andamento della domanda cinese e sulle tensioni commerciali tra Washington e Pechino. Solo dopo questi sviluppi sarà possibile avere un quadro più chiaro sul futuro del mercato del greggio.
Conclusione: il mercato resta volatile e in attesa
In breve, la mattinata ha visto un lieve rialzo delle quotazioni del petrolio, ma l’atmosfera resta prudente. Gli operatori aspettano nuovi dati economici e segnali dalle istituzioni internazionali prima di prendere decisioni più nette. Nel frattempo, consumatori e imprese italiane continuano a fare i conti con oscillazioni che, anche se contenute, pesano sulle scelte di tutti i giorni e sulle strategie di approvvigionamento energetico.
