Milano, 17 dicembre 2025 – L’export italiano ha messo a segno un +2,3% a ottobre, con una spinta più forte verso i Paesi extra Ue e un aumento più contenuto all’interno dell’Unione Europea. A mettere in luce questi dati è stato Alessandro Terzulli, capo economista di Sace, che ha commentato i numeri diffusi da Istat in vista dell’appuntamento “Ansaincontra” di giovedì 18 dicembre alle 12 su Ansa.it. Un risultato, ha spiegato Terzulli, “per niente scontato”, soprattutto se si pensa alla complessità dello scenario internazionale nel 2025.
Export in salita: ottobre e il bilancio dell’anno
Secondo Istat, nei primi dieci mesi dell’anno le esportazioni italiane sono cresciute del 3,4%. Un dato che sorprende, considerata la volatilità dell’economia globale negli ultimi mesi. “A crescere – ha detto Terzulli – sono stati sia i volumi che i prezzi”. In pratica, le imprese italiane hanno venduto all’estero più prodotti e a prezzi più alti rispetto al passato.
Guardando ai numeri per area geografica, la crescita è più decisa fuori dall’Europa, mentre nell’Unione il passo resta positivo ma più lento. Un segnale chiaro delle diverse condizioni economiche che caratterizzano i mercati principali per l’industria italiana.
Dietro la crescita: farmaceutica e cantieristica navale fanno la differenza
Ma cosa ha spinto l’export in un anno complicato da tensioni commerciali e instabilità? Terzulli punta il dito su alcune cause precise. “Nel primo trimestre – ricorda – si temeva un aumento delle tariffe da parte degli Stati Uniti, e questo ha portato a una corsa alle importazioni da parte degli operatori americani”. Una spinta che poi si è calmata, ma che ha lasciato il segno sul bilancio finale.
Un ruolo chiave lo gioca il settore farmaceutico, che continua a trainare le esportazioni italiane. “Il trend positivo – aggiunge Terzulli – è andato avanti anche dopo che l’effetto Usa si è attenuato”. A questo si aggiungono alcune “operazioni eccezionali” nel campo della cantieristica navale: grandi commesse esportate in una volta sola, in grado di influenzare molto i dati mensili, soprattutto se l’anno prima non c’erano stati ordini simili.
Numeri in movimento e mercati chiave: il punto di Sace
Terzulli avverte però di non fermarsi solo ai numeri, anche se quest’anno hanno dato una mano. “Ci sono mercati strategici che stanno andando davvero bene”, spiega il capo economista di Sace. Oltre agli Stati Uniti, ci sono altre aree dove le aziende italiane stanno rafforzando la loro presenza.
Tra i settori più vivaci, oltre alla farmaceutica, spiccano la meccanica strumentale e l’agroalimentare, storici pilastri dell’export italiano. Le imprese hanno saputo adattarsi alle nuove condizioni puntando su qualità e innovazione per restare competitive.
Cosa aspettarsi per il 2026
Per i prossimi mesi restano alcune incognite, legate all’andamento dei mercati internazionali e alle possibili mosse nelle politiche commerciali mondiali. Tuttavia, il risultato positivo dei primi dieci mesi dà una buona dose di fiducia agli operatori del settore. “Il bilancio è in chiaro positivo – conclude Terzulli – ma sarà importante continuare a seguire da vicino sia i mercati chiave sia l’impatto delle grandi commesse sporadiche”.
In attesa dell’incontro pubblico di giovedì su Ansa.it, il quadro tracciato dagli esperti conferma la forza dell’export italiano, anche in un anno pieno di incertezze e cambiamenti rapidi. Un successo che premia la capacità di adattarsi delle imprese e la solidità dei settori trainanti del Made in Italy.
