Scoperte rivoluzionarie: nuovi sensori per decifrare il cervello neurone per neurone

Scoperte rivoluzionarie: nuovi sensori per decifrare il cervello neurone per neurone

Scoperte rivoluzionarie: nuovi sensori per decifrare il cervello neurone per neurone

Matteo Rigamonti

Dicembre 17, 2025

Milano, 17 dicembre 2025 – Mettere a punto sensori ad altissima risoluzione in grado di registrare l’attività elettrica di singoli neuroni per capire come il cervello reagisce a danni e terapie: è questa la sfida lanciata oggi da Corticale, startup nata dalla Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia, insieme all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e all’azienda di software Inmatica. Il progetto, chiamato Ahead (AI-driven High-density Electrophysiology for Advanced Drug Discovery), durerà due anni e riceverà oltre 4 milioni di euro di finanziamenti, in parte messi dalla Regione Lombardia con il bando “Collabora & Innova”.

Sensori all’avanguardia per rivoluzionare la ricerca sul cervello

Al centro di Ahead c’è lo sviluppo di una piattaforma elettrofisiologica basata sulla tecnologia Sinaps, capace di raccogliere una mole enorme di dati sull’attività neuronale. “Tutte queste informazioni verranno elaborate con l’aiuto di modelli di intelligenza artificiale e machine learning”, ha spiegato Giuseppe Santella, amministratore delegato di Corticale. L’obiettivo è chiaro: ottenere dati utili per scoprire e testare nuovi farmaci in modo più veloce e preciso rispetto a oggi.

Secondo i promotori, poter osservare in tempo reale come i neuroni rispondono a stimoli, lesioni o molecole sperimentali potrebbe cambiare radicalmente la ricerca sulle malattie neurologiche. Malattie come Alzheimer, Parkinson o epilessie resistenti ai farmaci, che ancora lasciano molti pazienti senza risposte, sono tra i principali obiettivi del progetto.

Intelligenza artificiale e dati: la nuova sfida della farmacologia

Il punto forte del progetto è saper gestire e interpretare i dati raccolti dai sensori. “Stiamo parlando di milioni di segnali elettrici da analizzare in poco tempo”, ha sottolineato Santella. Qui entra in gioco la collaborazione con Inmatica, esperta nello sviluppo di software per l’analisi dei big data. Unendo hardware e algoritmi di machine learning si potranno scoprire pattern nascosti nell’attività neuronale, accelerando così la ricerca delle molecole più promettenti.

L’Istituto Mario Negri si occuperà della validazione scientifica dei risultati. “Solo lavorando fianco a fianco tra chi costruisce la tecnologia e chi la usa in laboratorio si può fare un vero salto di qualità”, ha commentato un ricercatore milanese, da anni impegnato sui modelli preclinici delle principali malattie neurodegenerative.

Tempi e costi: avanti tutta per le nuove terapie

Uno dei punti chiave è la possibilità di tagliare tempi e costi per portare un farmaco dal laboratorio al paziente. “Il progetto punta a capire più in fretta e con più precisione quali molecole funzionano”, ha ribadito Santella, “e questo vuol dire anche mettere a disposizione delle persone nuove terapie prima di adesso”.

Secondo le stime, la combinazione di sensori ad alta densità e analisi automatizzata potrebbe ridurre del 30% i tempi della fase preclinica. Un risultato che, se confermato, avrebbe un impatto importante sia per le aziende farmaceutiche sia per il servizio sanitario pubblico.

Regione Lombardia punta sull’innovazione biomedica

Il finanziamento della Regione Lombardia, che copre una buona parte dei costi (oltre 4 milioni di euro), fa parte di una strategia più ampia per sostenere l’innovazione nel campo biomedico. Il bando “Collabora & Innova” serve proprio a mettere in rete startup, centri di ricerca e imprese consolidate.

“Progetti come Ahead dimostrano che la Lombardia può diventare un punto di riferimento europeo nella ricerca sulle neuroscienze”, ha detto un funzionario regionale durante la presentazione. L’auspicio, condiviso da tutti, è che queste iniziative portino benefici concreti ai pazienti e nuove opportunità per l’economia locale.

Per ora, Ahead muove i primi passi nei laboratori di Milano. Ma le aspettative sono alte: se la tecnologia darà i risultati promessi, il modo di studiare e curare le malattie del cervello potrebbe cambiare molto nei prossimi anni.