Reims, 18 dicembre 2025 – Dopo due anni di lavoro, la filiera dello Champagne ha presentato oggi a Reims il suo primo Rapporto d’impatto sulla responsabilità sociale, intitolato “Migliori Insieme”. L’obiettivo è chiaro: tracciare una strada comune per affrontare le sfide economiche, ambientali e sociali che attendono il settore nei prossimi decenni.
Champagne, un modello di sostenibilità condivisa
Il documento nasce da un percorso che ha coinvolto 16.200 Vigneron, 390 Maison de Champagne e 125 cooperative. Racchiude le priorità e le azioni concrete che la Champagne vuole portare avanti. Sono quattro i pilastri su cui si basa l’impegno e dodici le sfide strategiche che guideranno le decisioni future. “Responsabilità collettiva ed eccellenza sono legami indissolubili che uniscono gli Champenois generazione dopo generazione”, ha spiegato David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne. Un modello che poggia su una governance paritaria e sulla condivisione del valore lungo tutta la filiera.
Neutralità carbonica entro il 2050: dove siamo e cosa resta da fare
La Champagne è stata la prima regione viticola al mondo a fare un bilancio delle proprie emissioni di gas serra, già nel 2003, aggiornandolo ogni cinque anni. Nel 2022 il settore ha fissato un obiettivo ambizioso: raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, in linea con l’Accordo di Parigi. Per arrivarci, punta a tagliare del 75% le emissioni dirette e compensare il resto. Nel 2025 è stato già raggiunto un primo traguardo: una riduzione del 25% delle emissioni rispetto ai livelli iniziali.
Meno fitosanitari, più biodiversità
Da più di trent’anni, la Champagne lavora per ridurre l’uso di prodotti fitosanitari. I risultati sono concreti: il consumo di insetticidi è calato del 95%, grazie a metodi come la confusione sessuale e il ripristino degli equilibri naturali nei vigneti. L’uso di erbicidi è sceso del 15% grazie a lavorazioni meccaniche e all’inerbimento dei terreni. I fertilizzanti chimici sono stati dimezzati, sostituiti da soluzioni organiche. Oggi il 68% delle superfici vitate è certificato secondo standard ambientali, con l’obiettivo di arrivare al 100% entro il 2030.
Cambiamento climatico, innovare per resistere
Negli ultimi trent’anni la temperatura media nella regione è salita di circa 1,8°C. Per affrontare questa sfida, la filiera sperimenta nuovi vitigni come il Voltis e partecipa a progetti di ricerca interregionali, tra cui Qanopée, dedicati a tutelare il materiale vegetale. “Gli Champenois hanno sempre avuto uno spirito unico, che unisce rispetto per la tradizione e voglia di innovare”, ha sottolineato Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons e co-presidente del Comité Champagne.
Rifiuti sotto controllo e risorse valorizzate
La gestione dei rifiuti è un altro punto chiave. Ogni anno vengono trattate circa 10.000 tonnellate di materiali, con un tasso di recupero che arriva al 92%, grazie a investimenti in ricerca e sviluppo. Dal 2014, il 100% degli effluenti vinicoli è trattato completamente. Inoltre, ogni anno si recuperano 110.000 tonnellate di sottoprodotti della vinificazione e 80.000 tonnellate di residui legnosi dalla potatura delle vigne.
Difendere la denominazione e valorizzare il territorio
Proteggere la denominazione “Champagne” resta una priorità. La filiera porta avanti circa 500 azioni legali ogni anno contro imitazioni e usi scorretti, ottenendo la tutela in oltre 130 Paesi. Il riconoscimento Unesco dei Coteaux, Maisons et Caves de Champagne rafforza la responsabilità di salvaguardare un patrimonio culturale unico. Nel frattempo, cresce l’impegno nell’enoturismo e nel coordinare iniziative locali per mettere in luce saperi, mestieri e identità della regione.
Verso un futuro sostenibile e condiviso
Il Rapporto “Migliori Insieme” segna una tappa importante per la filiera dello Champagne. Propone una visione che mette insieme sostenibilità economica, ambientale e sociale, puntando su innovazione, responsabilità collettiva e difesa del territorio. Un percorso che, come hanno sottolineato i vertici del settore, richiede unità tra tutti gli attori e una costante attenzione alle sfide globali.
