Roma, 18 dicembre 2025 – Le imprese armatoriali italiane stanno attraversando un momento difficile, segnato da nuove sfide normative e dalla spinta verso la transizione energetica. A sottolinearlo è stato Mario Zanetti, presidente di Confitarma, nel suo intervento all’assemblea annuale dell’associazione, tenutasi oggi nella sede romana. Zanetti ha puntato il dito sulle difficoltà che il settore sta vivendo, soprattutto a causa delle regole europee, definite “penalizzanti” per la competitività degli armatori italiani a livello internazionale.
Regole europee sotto la lente: la transizione energetica mette alla prova gli armatori
Per Zanetti, il 2026 sarà un anno chiave. «Continueremo a chiedere, ovunque, un approccio più concreto e globale alla transizione energetica», ha spiegato davanti a una platea di istituzioni e imprenditori. Il nodo resta quello delle regole europee: così come stanno oggi, rischiano di esporre gli armatori italiani a una vera e propria doppia imposizione, rendendo ancora più difficile confrontarsi con i concorrenti stranieri.
Il riferimento principale è al sistema Ets (Emission Trading System), che grava con costi extra le aziende di navigazione. Zanetti ha chiesto che i soldi versati dal settore vengano investiti direttamente nella transizione energetica dello shipping, trasformando così “un costo in un’occasione per rendere più competitiva tutta la filiera”. Secondo il presidente di Confitarma, questa mossa aiuterebbe a rinnovare la flotta e a spingere sull’adozione di tecnologie più verdi.
Fondo pluriennale e meno burocrazia: le richieste per rilanciare la flotta
Tra le priorità indicate da Zanetti c’è anche l’istituzione di un fondo pluriennale per il rinnovo e il refitting delle navi. «Serve uno strumento stabile, che superi le difficoltà degli aiuti finora dati», ha detto, sottolineando come la frammentazione degli interventi degli ultimi anni abbia spesso rallentato gli ammodernamenti. L’obiettivo è chiaro: dare agli armatori la possibilità di pianificare gli investimenti senza il peso di continui cambiamenti normativi o incertezze finanziarie.
Altro tema caldo è la semplificazione normativa. Zanetti ha insistito sulla necessità di “regole chiare e una programmazione certa”, elementi ancora carenti oggi. Chiede un intervento deciso delle istituzioni per tagliare la burocrazia e rendere più fluide le attività delle imprese.
Bandiera italiana e porti: due sfide da vincere
Durante l’assemblea, Zanetti ha parlato anche di rafforzare la bandiera italiana. Un punto cruciale per gli armatori, in un mercato internazionale sempre più competitivo. «Dobbiamo rendere la nostra bandiera più attrattiva», ha detto, indicando sia la leva fiscale sia la semplificazione delle procedure amministrative come passaggi fondamentali.
Infine, spazio alla riforma della governance portuale. Zanetti ha auspicato un avvio rapido della revisione delle regole che governano i porti italiani. L’obiettivo è avere “norme uniformi e una programmazione chiara”, condizioni essenziali per attrarre investimenti e migliorare l’efficienza del sistema portuale nazionale.
Il settore in attesa: il 2026 sarà l’anno delle risposte
L’assemblea si è chiusa con un senso di attesa palpabile. Gli operatori guardano al 2026 come a un momento decisivo per il futuro dello shipping italiano. Le richieste di Confitarma – dal riuso delle risorse Ets alla semplificazione normativa, fino al rilancio della bandiera italiana – sono ora sul tavolo delle istituzioni. «Serve un cambio di passo», ha confidato uno degli armatori presenti, poco prima della chiusura dei lavori. Nei prossimi mesi si capirà se arriveranno davvero le risposte attese.
