Garlasco: Alberto Stasi in aula per l’incidente probatorio, ecco cosa rischia Sempio

Garlasco: Alberto Stasi in aula per l'incidente probatorio, ecco cosa rischia Sempio

Garlasco: Alberto Stasi in aula per l'incidente probatorio, ecco cosa rischia Sempio

Matteo Rigamonti

Dicembre 18, 2025

Pavia, 18 dicembre 2025 – Alberto Stasi è tornato oggi in tribunale a Pavia. Silenzioso, ha seguito l’udienza finale dell’incidente probatorio che potrebbe cambiare le carte in tavola sul delitto di Garlasco. Condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, Stasi è arrivato a sorpresa poco prima delle 10, accompagnato dai suoi avvocati. “Alberto è un uomo forte”, ha detto l’avvocato Antonio De Rensis, mettendo in chiaro la determinazione del suo assistito. Nessuna parola da parte di Stasi: “Sono fiducioso, ma non voglio aggiungere altro”, ha risposto ai giornalisti prima di lasciare il tribunale.

Scontro sulle nuove analisi del Dna

Al centro dell’udienza c’è stata la relazione della genetista Denise Albani sulle tracce trovate sotto le unghie della vittima. La difesa di Andrea Sempio, unico indagato ora, contesta la perizia: secondo i suoi legali, Angela Taccia e Liborio Cataliotti, il risultato sarebbe “fallato fin dall’inizio”. Hanno spiegato che “il dato non è stato confermato con lo stesso risultato e quindi non può essere usato in tribunale”. Il nodo è la compatibilità “da moderatamente forte a forte” tra il profilo genetico rinvenuto e la linea paterna di Sempio, come scritto nella relazione depositata dalla perita Albani alla gip Daniela Garlaschelli.

Difesa e accusa: tra certezze e dubbi

I legali di Sempio insistono: “Sul Dna non si può arrivare a una conclusione certa”. Hanno già presentato 120 pagine di controdeduzioni firmate dai loro esperti, Marina Baldi e Armando Palmegiani. Nel documento si ipotizza che il Dna di Sempio possa essere arrivato sulle dita della vittima tramite “contatto indiretto”. In pratica, il materiale genetico sarebbe stato trasferito da oggetti o superfici della casa, senza che ci fosse un contatto diretto tra Sempio e Chiara Poggi.

La famiglia Poggi: critiche al software e nuovi dubbi

Anche gli avvocati della famiglia Poggi hanno espresso dubbi sulla riapertura del caso basata su queste nuove analisi. Il loro perito, Marzio Capra, ha criticato il software usato da Albani, pur ammettendo che si tratta dello standard internazionale. Capra ha sottolineato che l’unica novità vera è “la presenza del Dna di Alberto Stasi sulla cannuccia dell’Estathé trovata nella spazzatura”. All’ingresso in tribunale, l’avvocato Francesco Compagna ha commentato: “È uno spettacolo mediatico enorme, una partita giocata sulla comunicazione. Gli approfondimenti li abbiamo fatti, e questi sono i risultati”. Compagna ha poi ribadito la convinzione della famiglia Poggi sulla colpevolezza di Stasi.

La procura conferma: “È il Dna di Sempio”

La procura di Pavia, insieme ai legali di Stasi – Giada Bocellari e Antonio De Rensis – difende la solidità delle conclusioni della perita Albani. Da fonti giudiziarie arriva la possibile presentazione di un documento dell’11 settembre 2014, firmato dal professor Francesco De Stefano. In quel testo, l’esperto anticipava l’uso dell’analisi biostatistica – la stessa adottata oggi da Albani – per valutare le tracce genetiche. La difesa di Stasi ricorda anche che il perito dei Poggi aveva usato in passato lo stesso software ora messo in discussione.

Quali saranno i prossimi passi?

Con la chiusura dell’incidente probatorio e l’ingresso delle prove nel fascicolo, si apre una fase delicata. La procura potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per Andrea Sempio, presentando nuovi elementi: dalla verifica dell’alibi – legata allo scontrino del parcheggio di Vigevano – all’impronta 33 trovata sul muro della villetta, fino all’analisi del sangue del Ris di Cagliari e agli esami dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo. Secondo fonti investigative, sarebbe già stato individuato un possibile movente.

Il caso Garlasco resta in bilico, tra vecchie certezze e nuovi dubbi. In tribunale oggi si è respirata la tensione di giornate decisive: tra carte processuali, sguardi bassi e poche parole scambiate nei corridoi. Nei prossimi mesi si capirà se questa fase potrà davvero cambiare la storia giudiziaria di uno dei casi più discussi degli ultimi vent’anni.