Giovani protagonisti: la co-programmazione nel terzo settore piemontese

Giovani protagonisti: la co-programmazione nel terzo settore piemontese

Giovani protagonisti: la co-programmazione nel terzo settore piemontese

Matteo Rigamonti

Dicembre 18, 2025

Salerno, 18 dicembre 2025 – Nel 2017, con l’articolo 55, il Codice del Terzo Settore ha cambiato le carte in tavola nei rapporti tra enti del Terzo Settore e Pubblica Amministrazione. Ha aperto la porta a nuovi modi di lavorare insieme, come la co-programmazione e la co-progettazione. Proprio su queste basi si è svolto oggi a Salerno il meeting nazionale dedicato al dialogo tra istituzioni, Terzo Settore e nuove generazioni. Qui, il presidente di Moby Dick Ets, Francesco Piemonte, ha rilanciato con forza il ruolo dei giovani nei processi decisionali pubblici.

Co-programmare con i giovani: una sfida vera

I giovani non vogliono solo farsi sentire, ma prendere parte davvero alle scelte”, ha detto Piemonte presentando il progetto nazionale “Co-programmare con i giovani”. L’iniziativa, guidata da Moby Dick Ets, punta a coinvolgere i ragazzi direttamente nella co-programmazione delle politiche pubbliche. Un percorso che, nelle parole di Piemonte, è “un’occasione unica per lavorare fianco a fianco con le istituzioni”. Però, la legge ancora non prevede formalmente la co-programmazione con i giovani. “Questa è anche una sfida, forse una provocazione – ha ammesso – ma vogliamo far sentire la loro voce dentro i processi decisionali della Pubblica Amministrazione, attraverso il Terzo Settore”.

Il progetto si svilupperà nel 2026, attraversando tutte le regioni italiane. Ogni tappa coinvolgerà due regioni alla volta: giovani amministratori, rappresentanti del Terzo Settore e istituzioni locali si incontreranno per capire quali sono i bisogni reali delle nuove generazioni nei diversi territori. “Dalle proposte che emergeranno – ha spiegato Piemonte – cercheremo un filo comune, un programma nazionale che raccolga tutte le istanze da portare al Governo”.

Le politiche giovanili al centro

Negli ultimi anni, spiega Piemonte, le politiche giovanili sono diventate sempre più importanti nell’agenda pubblica. “Lavorare sulle politiche per i giovani significa investire su chi sarà cittadino domani e per molti anni”, osserva. Un cambio di passo che si riflette anche negli assessorati dedicati: “Fino a qualche tempo fa sembrava impossibile avere deleghe specifiche. Oggi invece non solo ci sono, ma si pensa a renderli più forti e centrali, veri punti di raccordo tra le diverse competenze”.

A Salerno, durante il meeting, si è respirata una certa curiosità. Alcuni amministratori locali hanno confessato che “la presenza dei giovani ai tavoli decisionali cambia l’atmosfera”, mentre altri hanno ammesso che “serve ancora tempo perché questa partecipazione diventi stabile e strutturata”. Il confronto resta aperto.

Il Terzo Settore: il ponte tra istituzioni e giovani

In questo quadro, il ruolo del Terzo Settore si fa sempre più cruciale. Piemonte sottolinea che “ha il compito preciso di fare da ponte tra istituzioni e giovani, trasformando bisogni concreti in politiche condivise, efficaci e durature”. Solo così, aggiunge, “la partecipazione smette di essere solo parole e diventa qualcosa di concreto”.

Il progetto “Co-programmare con i giovani” vuole abbattere la distanza che spesso separa istituzioni e cittadini più giovani, ancora troppo esclusi dalle decisioni pubbliche. L’obiettivo è ambizioso: creare un modello che si possa replicare in tutta Italia, capace di influenzare davvero le scelte pubbliche.

Cosa aspettarsi nel 2026

Il calendario degli incontri sarà definito nelle prossime settimane. Ogni tappa durerà due giorni e prevederà laboratori, tavoli tematici e momenti di confronto diretto con amministratori locali. “Non vogliamo solo raccogliere idee – ha spiegato Piemonte – ma costruire insieme soluzioni concrete”.

Mentre il progetto prende forma per il 2026, resta aperto anche il tema normativo. La co-programmazione con i giovani non è ancora prevista dalla legge, ma quello che è partito a Salerno potrebbe essere la strada giusta. “Siamo convinti – ha chiuso Piemonte – che solo coinvolgendo davvero i giovani nelle scelte pubbliche si possa parlare di futuro”.