Lampedusa, 18 dicembre 2025 – È allarme nel Mediterraneo centrale. Questa mattina la ong tedesca Sea Watch ha lanciato un appello urgente per una barca di migranti in difficoltà tra la costa tunisina e l’isola di Lampedusa. A bordo ci sarebbero circa 50 persone, tra cui tre neonati. Le condizioni del mare, con onde alte fino a due metri, stanno mettendo a dura prova chi è a bordo. “La barca potrebbe affondare da un momento all’altro”, avverte Sea Watch in un messaggio pubblicato poco dopo le 9 su X.
Allarme in mare: Sea Watch e Alarm Phone in prima linea
Il primo segnale d’emergenza è arrivato nella notte grazie a Alarm Phone, il servizio che riceve chiamate di migranti in difficoltà in mare. Poco dopo, il velivolo Seabird di Sea Watch ha avvistato la barca, confermando la presenza di molte persone, tra cui donne e bambini piccoli. “Abbiamo visto persone ammassate, alcune senza giubbotti di salvataggio”, racconta un membro dell’equipaggio contattato telefonicamente. Per motivi di sicurezza la posizione esatta non è stata resa pubblica, ma fonti della ong parlano di acque internazionali a circa 40 miglia a nord della Tunisia.
Mare agitato e rischio naufragio
Il tratto di mare tra Tunisia e Lampedusa è noto per le sue correnti pericolose. Oggi, secondo la Guardia Costiera italiana, le onde superano i due metri e il vento soffia forte da sud-ovest, con raffiche che complicano ogni manovra. “Con questo mare, una barca sovraccarica rischia di ribaltarsi in pochi minuti”, spiega un ufficiale della Capitaneria di Porto di Lampedusa. Le immagini riprese dal Seabird mostrano il natante sbattuto dalle onde, con i passeggeri che cercano riparo sotto teli di plastica.
La nave mercantile Estrella vicina ma ferma
A poche miglia dalla barca si trova la nave mercantile Estrella, battente bandiera panamense. Sea Watch ha chiesto all’equipaggio di intervenire subito: “La nave deve agire, altrimenti queste persone rischiano la vita”, si legge nella nota diffusa dall’ong. Fonti portuali confermano che l’Estrella ha ricevuto l’allerta dalla Guardia Costiera italiana. Ma al momento non risultano operazioni di salvataggio in corso. “Stiamo seguendo la situazione”, ha detto un portavoce della compagnia armatrice.
Allarme e coordinamento nei soccorsi
La vicenda ha acceso la preoccupazione di associazioni e istituzioni locali. Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha detto: “Ogni ora che passa aumenta il pericolo per queste persone. Serve un intervento immediato”. Anche il Centro Astalli ha chiesto un’azione rapida: “Non possiamo permettere che altri bambini muoiano in mare”, ha dichiarato la portavoce Cristina Cattaneo. Nel frattempo la Guardia Costiera italiana conferma di aver attivato il coordinamento con Malta e Tunisia. “Stiamo valutando tutte le opzioni”, spiega un funzionario del MRCC di Roma.
Un’emergenza che si ripete troppo spesso
Questa emergenza non è un caso isolato. Solo nell’ultima settimana, secondo l’UNHCR, oltre 600 persone sono state salvate nel Mediterraneo centrale mentre cercavano di raggiungere l’Europa. La rotta tra Tunisia e Sicilia resta tra le più battute e anche tra le più pericolose: dall’inizio dell’anno, almeno 2.300 migranti risultano dispersi o morti, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Mentre il tempo peggiora e le ore passano, cresce la speranza di un intervento che eviti l’ennesima tragedia in mare. “Ogni minuto conta”, ha ricordato Sea Watch in un ultimo appello poco prima delle 11. Al momento non ci sono notizie ufficiali sull’esito dei soccorsi.
