Circumvesuviana: il trasporto pubblico locale in crisi continua a deludere

Circumvesuviana: il trasporto pubblico locale in crisi continua a deludere

Circumvesuviana: il trasporto pubblico locale in crisi continua a deludere

Giada Liguori

Dicembre 19, 2025

Roma, 19 dicembre 2025 – Ogni giorno oltre due milioni e mezzo di pendolari italiani devono fare i conti con un trasporto pubblico locale sempre più in crisi. Meno soldi, reti vecchie e pochi investimenti rendono difficile muoversi, soprattutto per chi si sposta per lavoro o studio. Lo conferma il rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente, presentato questa mattina a Roma: il Fondo nazionale trasporti per il 2026 sarà del 38% più basso rispetto ai 6,2 miliardi del 2009, considerando l’inflazione. Un taglio che pesa sulle tasche e sulle vite di milioni di persone.

Tagli pesanti e cantieri bloccati

La legge di Bilancio appena approvata toglie 425 milioni di euro a tre opere fondamentali: la Metro C di Roma, la M4 di Milano e il collegamento Afragola-Napoli. Soldi che mancano e che rischiano di fermare i lavori, allungando i tempi per aprire nuove linee. Legambiente ha lanciato l’allarme: “Serve un salto di qualità, il governo deve tornare a investire come nel 2009, con almeno 3 miliardi in più”.

Intanto, i fondi pubblici si concentrano su grandi opere come il Ponte sullo Stretto. Qui si spendono oltre 15 miliardi per poco più di 3 chilometri di ponte. Secondo l’associazione ambientalista, con quella cifra si potrebbero costruire 250 chilometri di tranvie in undici città italiane. Ma mentre si investe così tanto su un’opera controversa, alcune linee ferroviarie restano chiuse da anni: la Caltagirone-Gela ferma dal 2011, la Palermo-Trapani via Milo dal 2013.

Sud in affanno, disagi quotidiani

Il Sud paga il prezzo più alto. La ex Circumvesuviana in Campania è la peggiore linea d’Italia: ha perso 13 milioni di passeggeri in dieci anni. I treni sono spesso senza aria condizionata, le stazioni senza personale e gli orari ancora provvisori. Nel Lazio, sulla tratta Roma Nord-Viterbo, sono state cancellate più di 8mila corse nei primi dieci mesi del 2025. Tra le novità negative c’è anche la linea Sassari-Alghero, dove hanno tolto quattro coppie di treni e il servizio non basta.

I numeri sono chiari: nel 2024 i treni regionali sono stati 185 in meno rispetto all’anno prima, per un totale di 2.605 convogli. Eppure, i viaggiatori continuano a crescere: oggi sono 2,538 milioni ogni giorno tra treni regionali, metro e autobus.

Meteo estremo e infrastrutture a rischio

Non bastano i tagli. A peggiorare la situazione ci sono anche gli eventi climatici estremi, sempre più frequenti. Nel 2025 si sono contati 26 casi di allagamenti, frane e ondate di calore che hanno fermato i treni. Il ministero delle Infrastrutture avverte: entro il 2050 i danni a infrastrutture e trasporti potrebbero arrivare a 5 miliardi l’anno, pari a circa lo 0,33-0,55% del Pil.

Qualche segnale positivo

Non tutto è nero. L’età media dei treni è scesa a 14,7 anni. Sono stati ritirati i convogli più vecchi e sono arrivati nuovi mezzi, anche se lentamente. Sono state completate le elettrificazioni di alcune linee: Isernia-Guardiaregia (36 km), con apertura prevista a gennaio 2026, Montebelluna-Feltre-Belluno (65 km) e Treviso-Montebelluna (20 km).

Ma restano lente le nuove infrastrutture urbane: negli ultimi dieci anni sono stati aperti appena 2,85 chilometri all’anno di metropolitane e solo 1,28 chilometri di tranvie.

Mobilità sempre più un lusso

Infine, il rapporto mette in luce il problema della transport poverty: sempre più famiglie fanno fatica a permettersi un trasporto pubblico efficiente e accessibile. In Italia si spende in media il 10,8% del budget familiare mensile per muoversi; superare il 6% è già considerato un segnale di disagio secondo l’Unione Europea. “Rafforzare il trasporto pubblico è una questione di giustizia sociale”, conclude Legambiente.

Tra tagli, infrastrutture fragili e nuove sfide climatiche, il trasporto pubblico locale italiano è a un bivio. Le associazioni chiedono investimenti concreti per garantire un diritto fondamentale e ridurre le disuguaglianze che attraversano il Paese.