Fiducia delle imprese ai massimi storici, ma l’industria frena

Fiducia delle imprese ai massimi storici, ma l'industria frena

Fiducia delle imprese ai massimi storici, ma l'industria frena

Giada Liguori

Dicembre 19, 2025

Milano, 19 dicembre 2025 – A dicembre, secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, l’indice di fiducia delle imprese italiane ha raggiunto il livello più alto da marzo 2024. Anche la fiducia dei consumatori ha ripreso a salire dopo il calo di novembre. Un segnale che, almeno sul fronte delle aspettative, imprese e famiglie sembrano guardare con più ottimismo ai mesi che verranno.

Servizi in ripresa, industria ancora in difficoltà

Guardando più da vicino, la fiducia tra le imprese non è uguale in tutti i settori. Nei servizi di mercato, l’indice è salito da 97,8 a 100 punti, il massimo degli ultimi nove mesi. Un dato che, secondo gli esperti, riflette la tenuta della domanda interna e la ripresa di attività legate al turismo e alla ristorazione. “Le prenotazioni crescono costantemente e tornano gli eventi aziendali”, racconta Marco Ferri, responsabile di una catena alberghiera milanese.

Diversa la situazione nell’industria, dove la fiducia resta debole. Nel settore manifatturiero l’indice è calato da 89,5 a 88,4 punti. Anche nelle costruzioni si registra una leggera flessione, da 102,6 a 101 punti. Gli operatori parlano di “incertezza legata ai costi delle materie prime e ai tempi di pagamento”, spiega un imprenditore edile di Torino. Nel commercio al dettaglio invece la situazione è stabile: l’indice passa da 107,3 a 107,2. “Le vendite natalizie vanno meglio del previsto, ma restiamo cauti”, dice una commerciante del centro di Bologna.

Consumatori più fiduciosi dopo il rallentamento di novembre

Tra le famiglie, invece, l’indice di fiducia dei consumatori è tornato a salire dopo il calo di novembre. Il clima personale – che misura come le persone vedono la loro situazione – è passato da 94,5 a 96,4 punti. Migliora anche il clima attuale (da 98,6 a 100,2) e quello futuro (da 90,2 a 91,6). Il clima economico generale sale da 96,5 a 97 punti.

Per l’Istat, questi dati mostrano che “le famiglie guardano con meno preoccupazione al prossimo anno”. Un pensionato incontrato in piazza Duomo a Milano racconta: “Le bollette sono ancora alte, ma almeno non aumentano più come prima. Speriamo che il peggio sia passato”. Anche tra i giovani c’è un po’ di speranza: “Cerco lavoro da mesi e finalmente qualche colloquio arriva”, dice Chiara, neolaureata in economia.

Economia italiana: segnali contrastanti

Gli esperti invitano però a non abbassare la guardia. Se da un lato la crescita della fiducia nei servizi e tra i consumatori è un segnale incoraggiante, dall’altro la debolezza dell’industria resta un motivo di preoccupazione. “Il manifatturiero soffre ancora la concorrenza internazionale e l’instabilità dei prezzi dell’energia”, spiega un analista di Banca Intesa.

Il governo segue con attenzione i numeri. Il ministro dello Sviluppo Economico, Giulia Rossi, ha detto ieri sera: “Sappiamo che alcuni settori stanno attraversando momenti difficili e stiamo lavorando per aiutare le imprese più in difficoltà”. Intanto, le associazioni di categoria chiedono interventi mirati per rilanciare gli investimenti e creare posti di lavoro.

2026: prudenza in attesa dei prossimi dati

Guardando avanti, gli operatori economici attendono i primi bilanci sulle vendite natalizie e le decisioni della Banca Centrale Europea sui tassi d’interesse. “Solo allora capiremo se questo aumento della fiducia si trasformerà in una vera crescita”, osserva un economista dell’Università Bocconi.

In poche parole, anche se alcuni settori devono ancora fare molta strada, il quadro generale appare meno cupo rispetto all’autunno. Le famiglie tornano a sperare in una maggiore stabilità e le imprese dei servizi puntano a un inverno più vivace. L’industria, invece, resta a guardare: per ora il rilancio è rimandato.