Fondo Tfr: perché abolire il silenzio assenso è un errore fatale

Fondo Tfr: perché abolire il silenzio assenso è un errore fatale

Fondo Tfr: perché abolire il silenzio assenso è un errore fatale

Giada Liguori

Dicembre 19, 2025

Roma, 19 dicembre 2025 – La Cisl accoglie con soddisfazione la decisione del Governo di cancellare la parte dell’emendamento che penalizzava il riscatto della laurea ai fini pensionistici. Tuttavia, giudica un passo falso l’eliminazione della norma sul silenzio assenso per l’adesione automatica alla previdenza complementare. Lo ha detto oggi Daniela Fumarola, segretaria generale del sindacato, commentando le ultime modifiche alla legge di bilancio in Parlamento.

Riscatto della laurea, un passo indietro e la scommessa sulla previdenza integrativa

Fumarola definisce “una scelta saggia” lo stralcio delle penalizzazioni sul riscatto degli anni universitari, soprattutto in un momento in cui il tema pensioni resta al centro delle preoccupazioni di milioni di lavoratori. “Colpire chi sceglie di riscattare la laurea avrebbe avuto effetti negativi, sia per i giovani sia per chi pensa al proprio futuro previdenziale”, ha spiegato la leader della Cisl. Detto questo, la segretaria non nasconde la delusione per la mancata approvazione del silenzio assenso alla previdenza integrativa per i dipendenti del settore privato. “Quella norma sarebbe stata una spinta importante per garantire maggiori tutele, soprattutto ai più giovani”, ha aggiunto.

Opzione Donna e lavoro di cura: la battaglia della Cisl

Nel suo intervento, Fumarola ha ribadito la necessità di prorogare per il 2026 la misura Opzione Donna, che permette alle lavoratrici di andare in pensione prima. “Le donne si fanno ancora carico di gran parte del lavoro di cura – ha ricordato – e questo pesa molto, anche dal punto di vista pensionistico”. Il sindacato continuerà a insistere per il rinnovo di questa misura, ritenuta fondamentale per una maggiore giustizia nel sistema pensionistico.

La Cisl chiede un confronto vero sulla riforma pensioni

La Cisl spinge il Governo ad aprire un confronto serio e strutturato sulla riforma delle pensioni. “Serve chiarezza e stabilità – ha detto Fumarola – non si può andare avanti con interventi a spot e continui cambiamenti che creano solo confusione e incertezza per i lavoratori”. La segretaria ha sottolineato l’urgenza di un tavolo che affronti davvero i problemi, in particolare quelli che riguardano donne e giovani. “Mancano ancora elementi essenziali come equità e flessibilità in uscita”, ha concluso.

Previdenza complementare e invecchiamento attivo: una sfida aperta

Tra le richieste più forti della Cisl c’è il rilancio della previdenza complementare. Secondo Fumarola, l’adesione automatica avrebbe segnato un passo avanti per sostenere l’invecchiamento attivo e assicurare più sicurezza economica alle nuove generazioni. “Senza strumenti adeguati – ha avvertito – rischiamo di lasciare scoperti proprio quei lavoratori che avrebbero più bisogno di una mano in più”.

Sindacati e politica: le reazioni al dibattito

La posizione della Cisl trova sostegno anche in altri sindacati. Nel pomeriggio, fonti della Uil hanno confermato che la previdenza integrativa resta una priorità anche per loro. Sul fronte politico, la maggioranza difende la scelta di eliminare le penalizzazioni sul riscatto della laurea, mentre l’opposizione chiede più tutele per donne e giovani. Il dibattito in Parlamento resta caldo: alle 16, nella sala stampa di Montecitorio, diversi deputati hanno ribadito la necessità di una riforma organica.

Cosa succede adesso: attese e possibili scenari

Per ora, il Governo non ha annunciato nuove mosse sulle pensioni. Ma, secondo fonti vicine al Ministero del Lavoro, non si esclude che nei prossimi mesi venga convocato un tavolo tecnico con i sindacati. La Cisl conferma la sua disponibilità al dialogo e rilancia: “Serve una visione di lungo periodo – ha concluso Fumarola – solo così si può ridare fiducia a chi lavora e guarda al futuro con preoccupazione”.