L’esplosione delle tecnologie quantistiche: cinque volte di crescita in un decennio

L'esplosione delle tecnologie quantistiche: cinque volte di crescita in un decennio

L'esplosione delle tecnologie quantistiche: cinque volte di crescita in un decennio

Giada Liguori

Dicembre 19, 2025

Roma, 19 dicembre 2025 – Le tecnologie quantistiche hanno vissuto un boom senza precedenti negli ultimi dieci anni. Il mercato globale è cresciuto di cinque volte rispetto al 2015 e, secondo le stime più recenti, potrebbe toccare i 93 miliardi di euro entro il 2035. A rivelarlo è il rapporto congiunto dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), presentato questa settimana a Bruxelles. Un documento che mostra un’Europa in fermento, ma ancora lontana dai livelli di investimento dei grandi concorrenti internazionali.

Europa: cresce, ma i soldi mancano ancora

Il rapporto mette in luce come l’Europa sia uno dei poli più densi al mondo per aziende che si occupano di quantum core – cioè società che lavorano solo su tecnologie quantistiche. In Paesi come Regno Unito, Paesi Bassi e Francia, queste imprese superano il 40% del totale, un dato che stride con quello degli Stati Uniti, dove la quota è intorno al 20% e il settore è dominato da grandi gruppi tecnologici, più che da startup o piccole imprese specializzate.

Le tecnologie quantistiche hanno un potenziale enorme, ma sono ancora in una fase iniziale”, spiega António Campinos, presidente dell’Epo. Campinos sottolinea poi che, come emerge dallo studio e dal rapporto Draghi, l’Unione Europea ha ancora margini per aumentare gli investimenti nel settore, soprattutto se messa a confronto con Paesi leader come gli Stati Uniti.

Brevetti in forte crescita, ma gli Usa restano davanti

Il dato più interessante riguarda le famiglie di brevetti internazionali (Ipf): tra il 2005 e il 2024 sono state depositate circa 9.740 domande legate a invenzioni quantistiche. Nell’ultimo decennio, il numero di questi brevetti è cresciuto di cinque volte. Al vertice ci sono gli Stati Uniti, seguiti da Europa, Giappone, Cina e Corea del Sud. In Europa, i Paesi più attivi sono Germania, Regno Unito e Francia.

L’Italia, invece, nel periodo considerato non ha registrato brevetti quantistici. Una situazione che, almeno secondo il governo, dovrebbe cambiare già dal prossimo anno.

Italia: investimenti in arrivo e prime eccellenze

Nel 2025 l’Italia ha in programma investimenti pubblici e privati per oltre 227 milioni di euro, in gran parte finanziati con fondi europei. L’obiettivo è chiaro: creare nuovi laboratori, formare esperti e favorire la nascita di startup e spin-off nel campo quantistico. Tra le realtà italiane più attive, il rapporto cita l’Istituto Italiano Nazionale di Scienza e Tecnologia Quantistica (Nqsti), un consorzio che riunisce venti centri di ricerca in tutta Italia e che ha già incassato circa 103 milioni di euro dal Pnrr.

“Il nostro compito – racconta a alanews.it un ricercatore del Nqsti – è costruire una rete solida tra università, centri pubblici e imprese private. Solo così potremo recuperare il terreno perso rispetto ai Paesi più avanzati”. Il consorzio si muove su progetti che vanno dalla crittografia quantistica alle simulazioni molecolari per la farmaceutica.

Il futuro è alle porte, ma non mancano le incognite

Nonostante la crescita e i nuovi fondi in arrivo, restano problemi da risolvere. Gli esperti dell’Ocse avvertono che l’Europa rischia di perdere terreno se non garantirà finanziamenti stabili e duraturi. “Serve una strategia industriale chiara”, ha ammesso un funzionario europeo durante la presentazione del rapporto. “Le tecnologie quantistiche richiedono tempo e investimenti costanti”.

Nel frattempo, le aziende italiane guardano con attenzione alle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Alcune startup nate tra Milano e Pisa lavorano già su algoritmi quantistici per la logistica o la sicurezza informatica. Ma, come sottolinea un giovane imprenditore del settore, “siamo solo all’inizio”.

Il 2026 sarà un anno decisivo per capire se l’Italia riuscirà a farsi spazio nella corsa globale alla tecnologia quantistica. Per ora, la partita è ancora aperta.