Roma, 19 dicembre 2025 – “Sirāt” di Oliver Laxe arriva nelle sale italiane l’8 gennaio, un film che ha già fatto parlare molto di sé per la sua forza visiva e il successo ottenuto all’estero. Presentato in concorso alla 78ª edizione del Festival di Cannes, dove ha conquistato il Premio della Giuria, il film rappresenterà la Spagna nella shortlist agli Academy Awards 2026 in ben cinque categorie, tra cui la più ambita: Miglior Film Internazionale.
Rave nel deserto: la storia di “Sirāt”
Prodotto da Pedro Almodóvar e ispirato al concetto islamico di Sirāt—il ponte che separa inferno e paradiso—il film racconta la ricerca di Luis (Sergi López), un padre concreto e deciso, che parte alla ricerca della figlia ventenne Marina. Con lui ci sono il figlio più piccolo di dodici anni e un cagnolino. Il viaggio li porta nel cuore di un rave nel deserto marocchino, tra luci intermittenti, polvere e suoni elettronici, dove ogni dettaglio contribuisce a creare un’atmosfera sospesa e quasi ipnotica.
La colonna sonora, firmata da David Letellier (in arte Kangding Ray), mescola ritmi elettronici e sonorità magrebine. “Volevo che la musica fosse un’esperienza fisica, quasi ipnotica”, ha detto il regista durante la presentazione a Roma. E il film si lascia seguire quasi a tempo di musica, trascinando lo spettatore in un flusso sonoro senza pause.
Un cast fuori dagli schemi, una famiglia in crisi
La ricerca di Marina diventa presto un viaggio intenso, sia nel corpo che nello spirito. Luis e il figlio si imbattono in un gruppo di giovani outsider incontrati proprio durante il rave. “Abbiamo scelto molti esordienti direttamente tra i partecipanti ai raduni”, ha raccontato Laxe. “È stato un casting selvaggio, cercavamo autenticità.” Nel cast ci sono pochi attori professionisti: oltre a López, Bruno Núñez e Jade Oukid.
Sergi López, volto noto del cinema europeo, ha ammesso che questa esperienza lo ha cambiato: “Essere l’unico esperto mi ha reso più spontaneo. Interpretare Luis è stato come entrare in trance, lontano da ogni intellettualismo.” Il risultato è una recitazione asciutta e diretta, che si mescola alla freschezza degli esordienti.
Tra Marocco e Spagna: un viaggio che segna
Il cammino della famiglia attraversa le montagne dell’Atlante marocchino, tra paesaggi imponenti e sfide sempre più dure. “È un film sulla vita, sulla morte e sulla famiglia”, ha spiegato Laxe. “Un viaggio fisico e spirituale, ispirato a Tarkovsky, che per me è sempre stato un punto di riferimento.” Nato nel 1982, spagnolo con cittadinanza francese, il regista non nasconde l’obiettivo di offrire un’esperienza immersiva: “Ho scritto questo film ballando. Volevo che fosse uno choc, qualcosa che potesse portare a una catarsi liberatoria ma anche dolorosa”.
Girato tra Spagna e Marocco, “Sirāt” alterna momenti di grande tensione a improvvise aperture di speranza. Solo nel finale, dopo una lunga serie di prove difficili, si scorge un barlume. Ma la linea tra dolore e liberazione resta sottile, quasi impercettibile.
Premi e Oscar: il film da tenere d’occhio
Oltre alla corsa agli Oscar, “Sirāt” è candidato in quattro categorie agli European Film Awards: Miglior Film, Regia (Oliver Laxe), Attore (Sergi López) e Sceneggiatura (Santiago Fillol & Oliver Laxe). Un riconoscimento che conferma il peso di questa pellicola nel cinema europeo.
Distribuito da Mubi, “Sirāt” si prepara a essere uno degli eventi più attesi del nuovo anno per gli appassionati di cinema d’autore. Un film che non lascia indifferenti—tra polvere, musica e ricerca interiore—e che spinge lo spettatore a riflettere sul senso profondo del viaggio.
