Cape Canaveral, 19 dicembre 2025 – Un satellite Starlink è andato fuori controllo nell’orbita terrestre bassa, dopo un guasto avvenuto nella notte tra il 17 e il 18 dicembre. A confermare l’incidente è stata SpaceX, che ha segnalato anche il rilascio di alcuni detriti spaziali ora tenuti sotto stretto monitoraggio dalle agenzie internazionali. Al momento, non ci sarebbero pericoli per la Stazione Spaziale Internazionale e il suo equipaggio, ma l’episodio riporta l’attenzione sul problema sempre più grave dell’affollamento in orbita.
Guasto improvviso e perdita di quota
Il satellite coinvolto, uno dei più di 9.000 della costellazione Starlink, viaggiava a circa 418 chilometri dalla Terra quando ha smesso di rispondere ai comandi. “Il satellite è quasi intatto – ha scritto SpaceX su X – sta ruotando e rientrerà nell’atmosfera terrestre, disintegrandosi completamente entro qualche settimana”. La perdita di contatto è stata accompagnata da una fuoriuscita di propellente da uno dei serbatoi. Questo ha causato una rapida discesa di circa 4 chilometri e la dispersione di pochi frammenti.
Detriti sotto controllo, la ISS è al sicuro
Le autorità spaziali, sia statunitensi sia internazionali, stanno seguendo in tempo reale i detriti prodotti dall’incidente. “La traiettoria attuale del satellite lo porterà al di sotto della Stazione Spaziale Internazionale, senza mettere a rischio il laboratorio orbitante o il suo equipaggio”, ha rassicurato SpaceX in una nota diffusa alle 10:30 ora italiana. Dati del NORAD confermano che i frammenti non dovrebbero incrociare la rotta di altri veicoli spaziali nei prossimi giorni. Nonostante ciò, la vicenda riporta al centro il problema della sicurezza in orbita bassa, dove il traffico di oggetti artificiali cresce costantemente.
Starlink: numeri che impressionano e strategie per evitare collisioni
Con oltre 9.000 satelliti già in orbita, la costellazione Starlink rappresenta circa il 65% di tutti gli oggetti artificiali attivi intorno alla Terra, la più grande mai costruita finora. Solo nella prima metà del 2025, i satelliti Starlink hanno eseguito circa 145.000 manovre evasive per evitare scontri, una media di quattro interventi al mese per ogni singolo veicolo. Ogni satellite è dotato di un sistema autonomo in grado di riconoscere e scansare possibili ostacoli, spiegano gli ingegneri della compagnia di Elon Musk. “Siamo molto attenti alla sicurezza nello spazio – dicono – e prendiamo questi eventi molto sul serio. I nostri tecnici stanno lavorando per capire cosa ha causato il guasto e stanno già aggiornando il software per evitare incidenti simili in futuro”.
Il nodo dell’affollamento orbitale
Questo episodio riapre il dibattito su come gestire i rifiuti spaziali e sulle responsabilità delle aziende private per prevenire nuovi incidenti. L’Agenzia Spaziale Europea conta oltre 36.000 detriti catalogati in orbita bassa: satelliti spenti, frammenti e resti di vecchie missioni. “Ogni nuovo oggetto aumenta il rischio di collisioni a catena”, spiega un portavoce ESA contattato nel pomeriggio. Il fenomeno, noto come “sindrome di Kessler”, preoccupa sia le agenzie governative sia le aziende che lavorano nelle telecomunicazioni e nell’osservazione della Terra.
Cosa succederà adesso e le reazioni degli esperti
SpaceX non ha ancora fornito dettagli sulle cause del guasto né sulla data precisa del rientro del satellite nell’atmosfera. Gli esperti stimano che la disintegrazione completa avverrà entro poche settimane, senza rischi per chi sta a terra. “Serve migliorare i protocolli per prevenire e gestire questi incidenti”, commenta Silvia Rossi, docente di ingegneria aerospaziale all’Università di Roma La Sapienza. Nel frattempo, la comunità scientifica internazionale segue con attenzione l’evolversi della situazione, consapevole che episodi simili potrebbero diventare più frequenti con l’aumento delle missioni commerciali nello spazio.
Solo allora si potrà capire se le misure adottate finora basteranno a mantenere sicure le orbite terrestri nei prossimi anni.
