Attacco notturno: 27 droni ucraini neutralizzati in diverse regioni della Russia

Attacco notturno: 27 droni ucraini neutralizzati in diverse regioni della Russia

Attacco notturno: 27 droni ucraini neutralizzati in diverse regioni della Russia

Matteo Rigamonti

Dicembre 20, 2025

Mosca, 20 dicembre 2025 – Nella notte tra il 19 e il 20 dicembre, le difese aeree russe hanno abbattuto 27 droni ucraini che sorvolavano diverse zone della Russia occidentale. A dare la notizia è stato il ministero della Difesa russo, con una comunicazione diffusa dall’agenzia statale Tass. L’episodio, avvenuto tra le 23 e le prime ore del mattino, conferma come gli attacchi con i droni lungo il confine tra i due Paesi si stiano facendo sempre più frequenti. Un conflitto, ormai vicino ai tre anni, che continua a cambiare volto e a mettere sotto pressione militare la regione.

Droni abbattuti in cinque regioni: dove sono caduti

Secondo Mosca, i droni ucraini sono stati intercettati e distrutti in almeno cinque regioni: dieci a Belgorod e altrettanti a Voronezh, due a Kursk, due a Lipetsk, uno a Bryansk e due sopra il Mar d’Azov. Le autorità russe non hanno parlato di danni a infrastrutture o vittime civili. Hanno invece sottolineato l’efficacia delle difese aeree. “Durante la notte, le difese in servizio hanno abbattuto 27 droni ucraini”, ha detto un portavoce del ministero, senza entrare nei dettagli su come sono stati neutralizzati i velivoli.

Belgorod nel mirino: la tensione sale

Negli ultimi mesi, la regione di Belgorod, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, è diventata uno degli obiettivi principali degli attacchi con droni. Solo nelle ultime settimane si sono contati almeno venti episodi simili, secondo fonti locali. Le autorità russe hanno rafforzato i sistemi di allerta e invitato la popolazione a seguire le indicazioni della protezione civile. “Abbiamo sentito un forte boato verso mezzanotte, poi sono scattate le sirene”, racconta un residente del quartiere nord di Belgorod, raggiunto al telefono. Scene simili si sono viste anche a Voronezh, dove sui social diversi cittadini hanno parlato di “luci nel cielo” e di esplosioni lontane.

La tattica dei droni: colpire obiettivi militari e mandare un segnale

L’uso dei droni da parte dell’Ucraina è cresciuto molto nel 2024 e nel 2025, con l’intento di colpire infrastrutture militari e logistiche oltre confine. Secondo esperti militari occidentali, questi attacchi puntano a logorare le difese russe e a lanciare un messaggio politico. “I droni sono una minaccia difficile da fermare del tutto, soprattutto su un fronte così vasto”, spiega Michael Kofman, esperto del Center for Naval Analyses. Mosca, però, assicura che la maggior parte dei velivoli viene abbattuta prima di raggiungere i bersagli.

Reazioni ufficiali e clima di incertezza

Il governo russo, tramite il portavoce Dmitry Peskov, ha ribadito che “ogni tentativo di attacco sul territorio della Federazione riceverà una risposta proporzionata”. Da Kiev, invece, nessuna conferma ufficiale sull’azione notturna. In passato, il comando ucraino ha spesso evitato di commentare operazioni specifiche oltre confine, limitandosi a rivendicare il diritto alla difesa. Nel frattempo, nelle città coinvolte la gente resta in allerta: scuole chiuse per precauzione in alcune zone di Belgorod e pattuglie rafforzate intorno alle infrastrutture energetiche.

Una guerra che cambia: la sfida dei droni

L’episodio di stanotte rientra in un quadro più ampio di escalation tecnologica nel conflitto tra Russia e Ucraina. L’uso massiccio di droni – per ricognizione e attacchi mirati – sta cambiando il modo in cui si combatte sia sul fronte sia nelle retrovie. Secondo l’Institute for the Study of War, “la capacità di colpire in profondità il territorio russo è una delle novità strategiche più importanti degli ultimi mesi”. La risposta delle difese aeree russe, intanto, sembra destinata a farsi più dura. E la popolazione civile si ritrova sempre più spesso coinvolta, anche solo indirettamente, nelle pieghe di questo conflitto.

Per ora, nessuno sembra intenzionato a fermarsi. La notte tra il 19 e il 20 dicembre rimarrà un’altra prova di una guerra che non dà tregua e non ha confini chiari.