Roma, 20 dicembre 2025 – A meno di otto mesi dalla scadenza imposta dall’Unione Europea, il Pnrr per l’istruzione in Italia accumula un ritardo che la Fondazione Agnelli definisce “preoccupante”. A dirlo è il report “Il Pnrr per l’Istruzione: a che punto siamo?”, pubblicato oggi grazie al contributo di Alberto Zanardi (Università di Bologna) e Riccardo Secomandi (Università di Ferrara). Il documento fa il punto sulla spesa e sui progetti legati a servizi per l’infanzia, scuole e università, proprio in un momento cruciale per il futuro del sistema educativo nazionale.
Pnrr istruzione: spesi solo il 36,6% dei fondi
I dati più recenti, aggiornati al 14 ottobre 2025, mostrano che è stato usato appena il 36,6% dei fondi europei assegnati all’istruzione. È una percentuale più bassa rispetto alla media generale del piano, che è del 38,9%. Da giugno 2025 a oggi, la crescita è stata quasi nulla, solo un +2,3%. “A un anno e mezzo dal primo allarme, il ritardo del Pnrr per l’istruzione resta una fonte di preoccupazione”, ha commentato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli. Ha aggiunto che i dati forniti dal Governo potrebbero non riflettere completamente la realtà, a causa di ritardi nella rendicontazione da parte degli enti che gestiscono i progetti. Ma il rischio che progetti fondamentali non vengano completati in tempo è ben concreto.
Borse di studio avanti, residenze per studenti ferme al palo
Guardando nel dettaglio, il report segnala che le borse di studio per l’università sono quasi completate, con il 98% dei fondi già spesi. Buoni risultati anche per “Scuola 4.0”, il programma dedicato a scuole più moderne, nuove aule e laboratori, che ha raggiunto il 62%. Ma la messa in sicurezza e la riqualificazione degli edifici scolastici si fermano al 45%. E qui arriva il dato più preoccupante: per le residenze e gli alloggi per studenti universitari non è stato speso neanche un euro. “Per tutti i progetti legati a questa misura, al momento, non risulta alcun pagamento”, sottolinea la Fondazione.
Residenze universitarie: obiettivi dimezzati e protagonisti privati
Le residenze per gli studenti restano il punto più critico. Fin dall’inizio, il sistema pubblico ha fatto molta fatica a realizzare nuovi alloggi. La maggior parte dei fondi – ben l’83% – è finita nelle mani di soggetti privati, mentre solo il 17% è stato destinato a enti pubblici. Con la revisione del Pnrr di novembre scorso, l’obiettivo originario di 60.000 nuovi posti letto entro giugno 2026 è stato tagliato a 30.000. Una decisione che riflette le difficoltà pratiche e burocratiche incontrate negli ultimi mesi.
Il rischio di perdere un’occasione storica
La Fondazione Agnelli lancia un allarme: molte risorse e progetti rischiano di rimanere inutilizzati o incompleti entro la scadenza europea. “C’è il timore che pezzi importanti del piano non vengano portati a termine in tempo, sprecando così un’occasione unica per migliorare i servizi scolastici e universitari in Italia”, ha detto Gavosto. Il report chiede quindi una netta accelerazione nei prossimi mesi, sia nella rendicontazione sia nella realizzazione concreta degli interventi.
Ultimi mesi decisivi: cosa aspettarsi
Il termine fissato dall’Unione Europea per chiudere il Pnrr istruzione è giugno 2026. Restano otto mesi, un tempo stretto se si pensa alla quantità di lavoro ancora da fare. Gli esperti della Fondazione Agnelli insistono sulla necessità di seguire passo passo i prossimi sviluppi e di avere dati chiari e trasparenti su spesa e avanzamento. Solo così si potrà capire se il piano avrà davvero lasciato un segno nel sistema educativo italiano.
