Roma, 20 dicembre 2025 – Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha risposto oggi, a margine dei lavori sulla legge di bilancio, alle domande sulla possibilità di dimettersi in un momento segnato da tensioni politiche e polemiche. “È la ventinovesima legge di bilancio che faccio e so perfettamente come funziona: c’è un Parlamento, una commissione e le proposte del governo. A me interessa il prodotto finale: crediamo di aver fatto delle cose giuste, di lavorare bene nell’interesse degli italiani”, ha spiegato il ministro, lasciando trasparire una certa stanchezza ma anche la consapevolezza del ruolo.
Giorgetti e la manovra: “So come funzionano le cose”
Seduto tra i corridoi di Palazzo Madama, poco dopo le 11, Giorgetti ha risposto con una battuta a chi gli chiedeva se avesse mai pensato alle dimissioni in queste settimane di confronto acceso sulla manovra finanziaria. “Alle dimissioni ci penso tutte le mattine, sarebbe la cosa più bella da fare, per me personalmente… ma siccome è la ventinovesima manovra di bilancio che faccio so come funzionano le cose”, ha detto con un sorriso appena accennato, mentre intorno a lui si muovevano consiglieri e tecnici del ministero.
Il clima in Parlamento, in questi giorni, resta teso. Le opposizioni hanno contestato diversi punti della legge di bilancio 2026, dal capitolo pensioni alle misure su sanità e scuola. Eppure, il ministro dell’Economia ha scelto di non entrare nel merito delle singole critiche, preferendo sottolineare la solidità del percorso istituzionale: “C’è un Parlamento che discute, una commissione che valuta. Il governo fa le sue proposte. Il risultato finale è quello che conta”.
Tensioni politiche e percorso parlamentare
La discussione sulla manovra si è fatta più accesa nelle ultime settimane. Da un lato, la maggioranza difende le scelte fatte in materia di spesa pubblica e investimenti; dall’altro, le opposizioni denunciano tagli e mancate risposte a settori chiave. In questo contesto, la figura di Giorgetti è rimasta centrale: tecnico esperto, già protagonista di numerose sessioni di bilancio negli ultimi trent’anni.
Secondo fonti parlamentari, la pressione su Giorgetti si sarebbe fatta sentire soprattutto dopo alcune modifiche richieste dalla Commissione Bilancio. “Non è semplice trovare un equilibrio tra le richieste dei partiti e i vincoli europei”, ha confidato un deputato della Lega vicino al ministro. Eppure, chi lo conosce racconta che Giorgetti non si lascia facilmente impressionare dalle polemiche: “Ha visto passare governi e crisi ben peggiori”, ha aggiunto lo stesso parlamentare.
Le priorità del governo e il giudizio finale
Nel merito, la legge di bilancio 2026 prevede interventi su fisco, pensioni e investimenti pubblici. Tra le misure più discusse, la rimodulazione delle aliquote IRPEF e il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale. “Abbiamo cercato di mantenere l’equilibrio tra sostenibilità dei conti e attenzione alle fasce più deboli”, ha spiegato Giorgetti in una recente audizione alla Camera.
Il ministro ha ribadito anche oggi che il giudizio sul suo operato deve arrivare solo alla fine del percorso parlamentare: “Mi interessa il prodotto finale”, ha ripetuto ai cronisti. Un modo per ricordare che la manovra non è mai il risultato di una sola persona o di un solo ministero, ma frutto di mediazioni continue tra governo, Parlamento e parti sociali.
Un ruolo chiave tra esperienza e fatica
A Palazzo Chigi nessuno mette in dubbio la competenza di Giorgetti. La sua lunga esperienza – ventinove leggi di bilancio alle spalle – viene considerata una garanzia nei momenti più delicati. Eppure, anche tra i suoi collaboratori si avverte una certa fatica: “Le notti in bianco non si contano più”, ha ammesso un funzionario del MEF uscendo da una riunione notturna.
Il ministro stesso non nasconde il peso della responsabilità. “Sarebbe la cosa più bella da fare”, ha scherzato sulle dimissioni, lasciando intendere che la tentazione di mollare tutto esiste. Ma poi, come spesso accade nella politica italiana, prevale il senso del dovere: “So come funzionano le cose”.
Verso l’approvazione finale
La discussione sulla legge di bilancio proseguirà ancora per alcuni giorni. L’obiettivo dichiarato dal governo resta quello di arrivare al voto definitivo entro il 31 dicembre, evitando l’esercizio provvisorio. Nel frattempo, Giorgetti continua a lavorare tra emendamenti e incontri informali con i capigruppo.
“L’importante è portare a casa una manovra che tenga insieme i conti e le esigenze degli italiani”, ha ribadito oggi. Una frase che riassume il senso di queste settimane convulse: tra tensioni politiche e trattative serrate, il ministro dell’Economia resta al suo posto. Con qualche battuta amara e molta esperienza sulle spalle.
