Lombardi del Ministero del Lavoro: co-programmare per un ascolto autentico e decisioni condivise nel Terzo Settore

Lombardi del Ministero del Lavoro: co-programmare per un ascolto autentico e decisioni condivise nel Terzo Settore

Lombardi del Ministero del Lavoro: co-programmare per un ascolto autentico e decisioni condivise nel Terzo Settore

Matteo Rigamonti

Dicembre 20, 2025

Salerno, 20 dicembre 2025 – Ascoltare davvero i giovani e tradurre le loro esigenze in azioni concrete. È questo il cuore della co-programmazione, come ha spiegato Alessandro Lombardi, capo dipartimento politiche sociali del ministero del Lavoro, intervenuto ieri al meeting nazionale “Co-programmare con i giovani”. L’appuntamento, ospitato fino a oggi nelle sale del Grand Hotel Salerno e promosso da Moby Dick Ets come ente capofila, ha visto riunirsi rappresentanti delle istituzioni, accademici e operatori del Terzo settore, tutti uniti per parlare di partecipazione giovanile e nuove politiche sociali.

Co-programmare: ascolto vero e partecipazione concreta

Co-programmare non è una parola vuota: vuol dire ascoltare davvero i giovani e trasformare le loro richieste in decisioni tangibili”, ha detto Lombardi, rivolgendosi a un pubblico fatto soprattutto di operatori sociali e ragazzi da tutta Italia. Un concetto che, secondo lui, ha preso forma già da un anno a questa parte, con l’approvazione della legge 104 del 2024 e la nascita della Giornata dell’Ascolto del Minore, celebrata in tutto il Paese.

Per la prima volta quest’anno, il confronto si è allargato anche ai più giovani, grazie al meeting “Co-programmare con i giovani”. “Vogliamo sottolineare il diritto dei minori a essere ascoltati – ha spiegato Lombardi – un diritto fondamentale non solo in famiglia, ma anche nelle scuole e negli uffici pubblici”. Ieri mattina in sala si respirava un’aria di attesa: domande dirette, richieste di chiarimenti, qualche appunto preso di fretta.

DesTEENazione: i centri giovanili che fanno la differenza

Tra i progetti citati da Lombardi come esempio di partecipazione attiva, spicca il programma nazionale “DesTEENazione”, che oggi coinvolge più di 90 centri di aggregazione giovanile sparsi in tutta Italia. “In questi spazi – ha spiegato – i ragazzi possono far emergere le proprie capacità, raccontare i loro sogni e proporre nuove attività”. Ma non è solo un luogo di confronto. Per Lombardi, iniziative come questa aiutano a costruire una cultura della partecipazione e a rafforzare le relazioni tra i giovani. “Combattere la solitudine che spesso li attanaglia – ha aggiunto – è una delle sfide più urgenti”.

Nel panel “Co-programmare, strumento collaborativo tra p.a. e terzo settore”, con docenti universitari e rappresentanti di associazioni locali, si è parlato molto dei pregi e delle difficoltà del modello. Alcuni operatori hanno chiesto più continuità nei finanziamenti, altri hanno rimarcato l’importanza di coinvolgere i giovani anche quando si valuta l’andamento dei progetti.

Terzo settore: il ponte tra istituzioni e comunità

“La forza della co-programmazione – ha detto Lombardi – è nel ruolo del Terzo settore come collegamento tra territori e istituzioni”. Un ruolo che permette di raccogliere bisogni concreti e trasformarli in azioni misurabili. “La sfida – ha aggiunto – è fare in modo che esperienze come questa diventino una pratica stabile, non un episodio isolato”.

Dal confronto è emerso che lavorare insieme tra giovani, Terzo settore e pubblica amministrazione può dare risultati migliori e più condivisi. “La co-programmazione rafforza la pubblica amministrazione – ha ribadito Lombardi – e aumenta l’impatto sociale degli interventi”. Parole accolte con qualche segno di assenso, ma anche con domande sulla reale possibilità di rendere tutto questo un’abitudine consolidata.

Costruire comunità più aperte e partecipate

A chiudere la giornata, Lombardi ha insistito sulla necessità di un dialogo duraturo con i giovani. “Solo così – ha concluso – potremo creare comunità più inclusive, partecipative e vicine ai bisogni reali delle persone”. Un obiettivo che passa non solo dall’ascolto, ma dalla volontà di mettere in pratica quanto emerso.

Il meeting nazionale di Salerno si chiude oggi pomeriggio con una tavola rotonda sulle prospettive future della co-programmazione. In sala, tra operatori sociali e amministratori, resta la sensazione che il percorso sia appena cominciato. E che la vera sfida sarà trasformare l’ascolto in un cambiamento concreto.