Pensioni 2026: aumento dell’1,4% e minime a 620 euro, cosa cambia per gli italiani

Pensioni 2026: aumento dell'1,4% e minime a 620 euro, cosa cambia per gli italiani

Pensioni 2026: aumento dell'1,4% e minime a 620 euro, cosa cambia per gli italiani

Giada Liguori

Dicembre 20, 2025

Roma, 20 dicembre 2025 – Dal prossimo gennaio, le pensioni italiane cresceranno dell’1,4%. Lo ha stabilito il decreto interministeriale del 19 novembre, confermato oggi dall’Inps con una circolare che ha fissato il nuovo trattamento minimo a 611,85 euro al mese. L’eventuale conguaglio sarà fatto nel 2027. La notizia interessa milioni di pensionati, molti dei quali aspettavano da tempo dettagli su tempi e modalità dell’adeguamento.

Pensioni 2026, quanto cresceranno e per chi

L’Inps ha spiegato che l’aumento pieno dell’1,4% riguarderà le pensioni fino a quattro volte il minimo, cioè fino a 2.413,60 euro lordi al mese. Per chi prende tra quattro e cinque volte il minimo (da 2.413,61 a 3.017 euro lordi), la rivalutazione sarà del 90% dell’inflazione, quindi dell’1,26%. Chi invece incassa più di cinque volte il minimo, ossia oltre 3.017,01 euro lordi, vedrà un aumento pari al 75% dell’inflazione, ovvero l’1,05%.

Per il 2025, invece, l’istituto ha confermato una rivalutazione definitiva dello 0,8%, come già anticipato. Non sono previsti conguagli per quest’anno.

Il minimo di pensione sale e cambia anche il reddito

Il nuovo importo minimo di pensione di 611,85 euro servirà anche a stabilire i limiti per accedere alle prestazioni legate al reddito nel 2026. Chi riceve la pensione minima o meno avrà un aumento extra dell’1,3%, che porta l’assegno a 619,80 euro al mese.

«Abbiamo voluto proteggere di più chi ha redditi bassi», ha spiegato un funzionario Inps a alanews.it. L’idea è sostenere chi soffre di più l’aumento dei prezzi, soprattutto in un periodo ancora incerto dal punto di vista economico.

Quando arrivano i soldi? Il calendario completo 2026

La circolare Inps ha anche fissato le date di pagamento delle pensioni per tutto il 2026. A gennaio, chi incassa alle Poste dovrà aspettare il 3 gennaio, mentre chi ha scelto la banca vedrà l’accredito il 5 gennaio. Nei mesi successivi, le date cambiano un po’: a febbraio e marzo il pagamento sarà il 2 del mese per tutti, sia Poste che banche; ad aprile si anticipa al primo giorno del mese.

A maggio si torna a due date diverse: il 2 maggio alle Poste e il 4 maggio in banca. Giugno e luglio vedranno il pagamento il primo del mese senza differenze. Ad agosto, invece, alle Poste si pagherà il primo, in banca il 3. Da settembre a dicembre, invece, le pensioni arriveranno tutte il primo del mese, tranne novembre che slitta al 2.

Inflazione e pensioni: come cambia il potere d’acquisto

La rivalutazione segue l’andamento dell’inflazione, che nel 2025 è stata bassa rispetto agli anni scorsi. «La perequazione automatica serve proprio a difendere il potere d’acquisto dei pensionati», ha ricordato l’Inps. Però, l’aumento scende all’aumentare della pensione: una scelta pensata per concentrare le risorse su chi ha meno.

Chi prende più di 3.000 euro lordi al mese vedrà quindi un incremento più contenuto rispetto a chi ha assegni più bassi. «Non è una novità», commenta un sindacalista della Cgil pensionati, «ma è importante seguire l’andamento dei prezzi nei prossimi mesi».

Conguagli in vista? L’Inps spiega cosa aspettarsi

L’Inps ha chiarito che se l’inflazione reale dovesse discostarsi da quella stimata, nel 2027 arriveranno i conguagli. «Se i dati finali saranno diversi dalle previsioni – si legge nella circolare – faremo un aggiustamento automatico». Un messaggio rivolto soprattutto a chi teme di perdere potere d’acquisto in caso di nuovi rincari.

Per ora, comunque, i pensionati possono contare su un aumento certo da gennaio 2026, con importi aggiornati e un calendario dei pagamenti già fissato. Resta da vedere come evolverà la situazione economica e se arriveranno nuove modifiche nelle prossime settimane.